Angela Grignano: “Il mio impegno per vivere anche a nome di chi non c’è più”

Carmela Barbara

Angela Grignano: “Il mio impegno per vivere anche a nome di chi non c’è più”

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mercoledì 15 Gennaio 2025 - 08:27

Angela Grignano, attuale consigliera comunale, è una giovane donna trapanese che incarna il significato più profondo della resilienza. Sopravvissuta alla devastante esplosione di Rue de Trévise a Parigi il 12 gennaio 2019, Angela vive ogni giorno portando il peso di una tragedia che le ha cambiato per sempre la vita, ma senza mai perdere la forza di andare avanti. Quella mattina, una fuga di gas trasformò la strada parigina in un inferno di fiamme e detriti. L’esplosione causò 4 morti, tra cui due pompieri e un turista spagnolo, oltre a 47 feriti, si cui 10 in condizioni critiche. Angela, che lavorava come cameriera in un hotel della zona, si trovava davanti al portone blu al centro dell’esplosione, accanto a due giovani vigili del fuoco, morti pochi istanti dopo il boato.

Angela, come sta andando il tuo percorso di recupero?

“Il gesso che ho alla gamba dal novembre scorso è diventato una parte di me. Ma ci sono buone notizie: inizialmente dovevo tenerlo fino a metà febbraio, ma il chirurgo ha deciso di toglierlo il 21 gennaio. È un traguardo importante, segno che la gamba sta rispondendo bene. Questo è l’ultimo tentativo per stabilizzare il piede, che in passato mi faceva camminare male, provocando problemi a colonna, bacino e mandibola. Nonostante tutto, rimango positiva: è una sfida, ma credo nella mia forza”.

Sarà davvero l’ultimo intervento?

“Penso di sì. Ho fatto otto interventi, alcuni sperimentali, e ho cercato soluzioni ovunque: Londra, Roma, Torino, Bologna. Avrei voluto tentare ancora, ma tutti i chirurghi che ho consultato, dopo aver visto la mia gamba, hanno detto di fermarmi. Non se la sono sentita di rischiare di più. È stato difficile accettarlo, ma ho scelto di fidarmi. Se fosse andata male, ero pronta a considerare una protesi: oggi quelle di ultima generazione offrono dignità e qualità di vita. Ora devo concentrarmi sul recupero e tornare presto a camminare con le mie gambe”.

Domenica sei tornata davanti a quel portone blu. Che emozioni hai provato?

Angela sospira. “Non mi aspettavo che fosse così difficile. Ho sempre partecipato alle commemorazioni ma domenica è stato diverso: l’emozione è stata più forte e profonda. La via comincia a prendere la forma che aveva prima: ormai è quasi del tutto ricostruita, anche gli appartamenti sono stati ripristinati, l’hotel funziona e non mi aspettavo questo portone blu che è esattamente uguale all’ultima volta in cui l’avevo visto quindi il 12 gennaio, di 6 anni fa, cinque secondi prima dell’esplosione, dove avevo lasciato quei due ragazzi di 27 e 28 anni che erano i pompieri che li avrebbero perso la loro vita. Quindi ritornare lì domenica è stato difficile perché il portone blu mi ricorda quello che era prima. Nelle precedenti commemorazioni la via era ancora un cantiere, era tutto ancora in divenire. Domenica invece era come se tutto non fosse mai accaduto. Io poi quando sono a Rue de Trévise, in realtà ci vedo sempre solo fiamme, fumo, fuliggine non vedo la via per come la vedono tutti. La commemorazione di domenica scorsa, però, è stata diversa anche per un altro motivo. «La presidente dell’associazione delle vittime di cui io stessa faccio parte è stata molto chiara e diretta. Ha accusato il Comune di Parigi e le compagnie assicurative di non assumersi le proprie responsabilità. Ci trattano come se fossimo in cerca di soldi facili, come se avessimo cercato una tragedia per arricchirci, quando invece nessuna cifra può restituire ciò che abbiamo perso: vite, normalità, dignità. Vogliamo giustizia, ma soprattutto rispetto.»

Cosa ti auguri per il futuro, Angela?

“Tutti mi dicono che il peggio è passato e che ora è tutto in discesa. Ma io non voglio risparmiare la fatica: è proprio grazie alla fatica che mi sento fiera dei miei progressi. Per il 2025, spero di poter camminare senza stampelle e tornare a dedicarmi a ciò che amo: lo spettacolo e l’organizzazione di eventi. Vorrei fare qualcosa di significativo per Trapani, la mia città, e portare avanti iniziative qui a Parigi, soprattutto per i diritti delle persone disabili. Collaboro con alcune associazioni e tengo fede a una promessa che ho fatto a me stessa su quel letto d’ospedale: vivere bene, anche per chi non ce l’ha fatta”. Angela Grignano non è solo una sopravvissuta: è una voce forte e determinata che lotta per il rispetto e la giustizia. La sua storia, fatta di dolore, coraggio e speranza, ricorda a tutti l’importanza di non arrendersi mai, anche davanti alle avversità più grandi.

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