Ismaele La Vardera è pronto a una nuova sfida. L’ex Iena, attualmente capogruppo all’Ars di Sud chiama Nord, correrà infatti per le elezioni europee, nella circoscrizione Isole, che si terranno sabato 8 e domenica 9 giugno nella lista Libertà di Cateno De Luca.
Onorevole, com’è nata la sua candidatura?
“È nata da una scelta di partito. Il nostro leader mi ha chiesto di candidarmi, di dare il mio contributo per far crescere il partito e così non potevo rifiutarmi. Con Cateno abbiamo già condiviso diverse battaglie: prima le amministrative a Messina, poi le regionali e oggi le Europe, in cerca di Libertà”
Se dovesse essere eletto di cosa si occuperà a Bruxelles?
“Della Sicilia e della Sardegna in primis. Ma non solo: il mio sogno è dare un ‘oggi’ migliore ai giovani che non vedono più il loro futuro qui in Italia”.
Quali sono, a suo giudizio, le questioni più urgenti riguardanti le Isole?
“Io partirei da un’altra domanda: quali sono le questioni non urgenti nelle Isole? Questa candidatura mi ha permesso di conoscere la Sicilia, di viverla a 360 gradi. Una terra che vive solo di emergenze e urgenze in tutti i settori: dalla sanità, all’istruzione fino ad arrivare all’occupazione. Un disastro”.
In un Paese dove la politica è un “affare” per anziani, lei spicca per la giovane età. Da dov’è nata la passione per la politica e perché i giovani oggi si allontanano sempre di più da questo mondo?
“La mia passione arriva da ragazzo: da quando facevo il rappresentante d’istituto. Io credo che i giovani siano demotivati. Fare politica oggi non è un vanto, il politico viene visto come una persona da evitare. E proprio per questo motivo i giovani dovrebbero avvicinarsi a questo mondo, per dimostrare che questa terra ha ancora una speranza”.
Isole spesso considerate periferia d’Italia, il governo appare spesso distante dai reali problemi. Quanto è determinante l’Europa per il futuro della Sicilia?
“Quanto è determinante la Sicilia per l’Europa invece? La nostra Isola è il cuore del mediterraneo, da qui passano migliaia di interessi politici ed economici per tutta l’Unione Europea. Il vero problema è che nessuno mette al centro i territori, per questo motivo la nostra lista chiede Libertà”.
Recentemente ha dichiarato che il voto sarà per lei una specie di test, una specie di “tagliando”. Può spiegare meglio questo concetto?
“Essendo un deputato eletto qualche anno fa, il voto che verrà espresso sarà sicuramente la conseguenza del mio lavoro. Ecco, la gente ha la possibilità di mandarmi un segnale chiaro attraverso il voto, facendomi capire se in questi anni all’Assemblea Regionale Siciliana ho fatto bene o ho fatto male. Un tagliando a tutti gli effetti”.
Quanto l’esperienza maturata anche all’ARS potrebbe rivelarsi utile in vista di questa nuova sfida europea?
“Sicuramente l’esperienza è importante ma così come faccio ancora oggi all’Ars, bisogna studiare. In due anni ho imparato tanto, anche grazie ad alcuni colleghi molto preparati. E lo stesso farò in Europa, testa bassa a studiare per il bene dei nostri cittadini”.
Dalle Iene alla presidenza di Sud chiama Nord, dalla vicepresidenza della Commissione Antimafia al Parlamento siciliano come capogruppo di Sud Chiama Nord all’ARS. Quanta strada ha fatto Ismaele La Vardera e quanta ancora ne deve percorrere?
“Quella che vorrà il popolo. Io per fortuna non sono un disoccupato che vive di politica: un mestiere ce l’ho. Credo che la mia storia parli per me, così come il mio percorso. Oggi non ho prospettive diverse, se non portare avanti il progetto che vedrà Cateno De Luca prossimo presidente della Regione”
Agricoltura e siccità, emergenza immigrazione, arretratezza in generale rispetto al Paese e all’Europa. Quali le vittorie da raggiungere per mettersi finalmente al passo?
“Mentre il nord corre e si innova, noi cerchiamo la normalità. La vera vittoria arriverà quando la Sicilia sarà liberata da questa classe politica che tende a creare dei bisogni da risolvere per i cittadini, in modo da garantirsi sempre un bacino di utenza”
Europa dei giovani, Europa dei popoli e della pace, che investa nel Mezzogiorno, per usare le sue parole. Quali sono i punti cardine del suo programma?
“Abbiamo definito un programma con 20 punti. Questa Europa così com’è non ci piace. Un’Europa che era nata sulle macerie dalla seconda guerra mondiale e che avrebbe dovuto garantire pace e stabilità. Cosa che non sta accadendo, la Diplomazia europea sembra anzi essere a favore di una guerra che mina le libertà degli individui. Una Europa distante dagli agricoltori, distante dai giovani. Semplicemente distante; e noi vogliamo colmare queste distanze”.