“Stiamo facendo partire da Marsala una protesta contro il governo nazionale. Abbiamo presentato un esposto al Tar e una denuncia alla Procura di Roma”. Con queste parole il sindaco Giulia Adamo torna a intervenire sul fronte delle quote tonno, sposando, ancora una volta, il mal contento della marineria siciliana che si sente pesantemente penalizzata dall’ultimo decreto del Ministero per le politiche agricole e forestali che attribuisce loro una quota di appena 265 tonnellate, l’80% in meno rispetto al 2000. “Ci troviamo inoltre di fronte – sottolinea ancora la Adamo – ad una sproporzione spaventosa rispetto alla Campania, a cui è stata attribuita una quota pari a 1400 tonnellate. E tutto ciò non dipende dall’Unione Europea, ma dal Governo nazionale, che riceve le quote indivise e poi procede alle ripartizioni, secondo criteri discutibili e con un sottosegretario alla pesca che è anche siciliano (Giuseppe Castiglione ndr)”. Come evidenziato anche lo scorso anno, ad essere maggiormente penalizzate sono le flotte che utilizzano il metodo del palangaro, a vantaggio di quelle che utilizzano invece la pesca a circuizione, gradita alle multinazionali maltesi e spagnole. Nel frattempo, un po’ come sta accadendo nel settore agricolo con i catastini, undici imbarcazioni marsalesi hanno noleggiato o venduto la quota tonno loro spettante ai colleghi sardi o di altre regioni, nella convinzione che con le norme vigenti i costi sarebbero superiori agli eventuali ricavi.
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