Nel corso dell’ultima udienza sono state trattate le posizioni di Antonino Buzzitta e Vito D’Angelo.
Si è tenuta presso il Palazzo di giustizia di Trapani una nuova udienza del processo Scrigno, in cui risulta imputato per associazione mafiosa, tra gli altri, l’ex deputato regionale Paolo Ruggirello.
Davanti al collegio dei giudici, presieduto dalla dottoressa Daniela Troja, e a latere i dottori Mauro Cantone e Giancarlo Caruso, è ripreso il controesame da parte delle difese del tenente dei carabinieri Vito Cito, il quale si è occupato delle indagini.
In particolare, l’ufficiale è stato sentito dall’avvocato Giuseppe De Luca, legale di Antonino Buzzitta (quest’ultimo già condannato per associazione mafiosa nell’abito del cosiddetto processo Petrov) e presente ieri in Aula Bunker. Il difensore ha ripercorso, nello specifico, le indagini dei carabinieri partite da Trapani tra il 2015 e il 2016 e aventi ad oggetto la criminalità organizzata in alcune località: Marsala, Paceco, Campobello di Mazzara, Favignana e la stessa Trapani. I quesiti rivolti dal legale al teste hanno avuto come fine quello di accertare se il Buzzitta fosse stato coinvolto in alcuni incontri avvenuti tra alcuni soggetti mafiosi dei suddetti territori nell’ambito dell’operazione Visir (della stessa epoca). L’ufficiale ha dichiarato che le citate indagini e l’ordinanza di custodia cautelare del maggio 2017 sono state eseguite dai colleghi del Ros. E così come in questo caso, anche nell’ambito dell’operazione Pionica non sarebbe uscito fuori il nome di Antonino Buzzitta, che, comunque, non è stata eseguita dal teste. Dunque, le acquisizioni del reparto del tenente Cito sarebbero venute fuori da una successiva informativa del RONI del 2018 e, pertanto, grazie a quest’ultima si sarebbero sviluppate le indagini concernenti l’operazione Scrigno e il coinvolgimento del succitato soggetto. Le domande, quindi, rivolte al teste hanno riguardato gli incontri registrati dalla polizia giudiziaria nella frazione di Xitta, vicino il dissalatore del comune di Trapani, dove è ubicata una proprietà del Buzzitta, all’interno della quale esercitava l’attività di allevatore di bestiame. I summit sarebbero dunque avvenuti tra Antonino Buzzitta, Francesco Peralta e Francesco Virga. Il tenente Cito ha spiegato che i tre soggetti si sarebbero allontanati dalle rispettive auto e quindi sarebbe stato possibile riscostruire solo una parte della conversazione, ovvero quella in cui Francesco Virga avrebbe contato delle banconote da consegnare al Buzzitta (3200 euro), con la richiesta di quest’ultimo di aggiungerne alcune, facendo in tal modo intendere che si trattasse di una ripartizione, a quelle già date al Peralta, come se si trattasse di surplus. Per gli investigatori, tale denaro sarebbe il frutto di un affare illecito riconducibile ad un appalto sull’isola di Favignana. Le indagini avrebbero rilevato inoltre che nessun altro tipo di business tra i tre soggetti potesse giustificare suddetta dazione di danaro.
Il tenente Cito ha precisato poi che Antonino Buzzitta avrebbe condiviso con Giovanni Peralta, padre di Francesco, delle vicissitudini risalenti alla fine degli anni ‘70. Giovanni Peralta, infatti, sarebbe stato un soggetto già noto agli investigatori, in quanto aveva lavorato nella Calcestruzzi Ericina riconducibile ai Virga. Successivamente, è stata trattata la parte delle indagini concernenti Favignana. Si ricorda, infatti, che le attività investigative avrebbero per la prima volta dimostrato la presenza dell’organizzazione mafiosa sull’isola, in cui Vito D’Angelo, originario della provincia di Agrigento (attualmente detenuto a Nuoro), sarebbe qui considerato referente dei fratelli Virga. Precisamente, sono state rivolte delle domande relative a degli incontri monitorati nel giugno del 2016 tra il Buzzitta e Vito D’angelo. La data del 29 giugno 2016, ha riferito il teste rispondendo all’avvocato De Luca, è da ritenere corretta. “L’evento è vero e reale” ha affermato l’ufficiale dei carabinieri. Al summenzionato summit sarebbero stati pertanto presenti Francesco Russo, Vito D’Angelo e Antonino Buzzitta. Altro incontro oggetto del controesame è stato quello del 19 settembre 2016, tra Francesco Virga e Antonino Buzzitta, il primo accompagnato da Francesco Peralta presso il caseificio di un determinato soggetto. Al fine di prendere parte all’incontro, Buzzitta sarebbe stato invitato dal proprietario dell’azienda con la scusa di dover fare un’iniezione ad un cavallo.
Durante l’udienza è iniziato anche il controesame del tenente Cito da parte dell’avvocato di Vito D’angelo, Laura Grado.
Il prossimo primo aprile dovrà svolgersi anche il riesame dell’accusa.