Una ruota panoramica in mezzo al parco di Salinella. Un’attrazione per residenti e turisti per ammirare il territorio marsalese e trapanese da un’altra prospettiva, ma anche un’opera iconica a beneficio di un’area che per troppo tempo è stata oggetto di incuria e degrado. La proposta arriva da Pietro Pedone, architetto paesaggistica ed è stata già lanciata sui social, destando non poca curiosità.
Come nasce l’idea di una ruota panoramica a Salinella?
L’idea potrebbe apparire ed in effetti lo è, forte. Tuttavia ritengo che giacchè Marsala e il suo Parco di Salinella hanno una forte connotazione solare e geomantica, facilmente visibile da una prospettiva aerea, l’idea di una ruota panoramica potrebbe riassumere per la sua forma quei simbolismi, un po’ come la Stella di Gibellina nuova. Sarebbe una icona identitaria della Città futura in un’area a forte connotazione paesaggistica e la ruota come punto panoramico potrebbe aumentare il paesaggio del parco che guarda allo Stagnone e ad Erice. La soluzione gestionale della Ruota potrebbe non essere così complicata, ma ci vuole un po’ di coraggio. Molte ruote in Europa vengono gestite dalle aziende che le costruiscono, ivi compresi i servizi annessi.
Che tipo di valore aggiunto porterebbe all’area?
Una Ruota panoramica non è solo un manufatto, a tergo devono essere previsti servizi che se ben disegnati, sulla trama degli attuali spazi e percorsi, potrebbero realizzare quello che ancora manca. Una attrattiva controllata ed economicamente sostenibile. Penso a quante famiglie vorrebbero farsi un giro ed usufruire del verde attrezzato dell’area. Sul piano iconico la Ruota potrebbe essere un segno del governo della Città. Ogni governo dovrebbe lasciare un segno della propria idea di Città.
Quali sono i principali punti di forza e le criticità del Parco di Salinella?
A mio modesto parere i punti di forza sono rappresentati da un brano di vegetazione costiera urbana, collegato anche visivamente con il polmone verde di Villa Genna da cui comincia la zona naturalistica dello Stagnone. E’ un Parco che conclude e annuncia la Città, è una cerniera tra Città e Natura, lo Stagnone. Ma ve ne sono altri che in questa sede si celano solo per brevità. Spero nasca un dibattito aperto a tutte le forze politiche e sociali. Questo è solo il mio pensiero ma ce ne potrebbero essere di altri e più efficaci. I punti di debolezza sono le relazioni inespresse con manufatti esclusi dal Parco come l’ex Casa del Salinaro che potrebbe essere rigenerata come centro servizi del Parco. Ma lì bisogna espropriare. Un altro punto di debolezza è l’abbandono dell’area lagunare di Sappusi ed aver dimenticato l’esistenza dell’antico Canalone che garantiva il ricambio dell’acqua con il mare aperto. Il suggerimento è facilmente visibile nel progetto del 1999 e parzialmente realizzato nella forma che oggi vediamo.
Da anni si parla di trasformare Salinella nella spiaggia cittadina. E’ un progetto realmente percorribile?
Sulla base della personale esperienza sul campo datata 1999, su concrete testimonianze documentali di mappe storiche e di operatori del settore, credo che bisognerebbe recuperare l’antico canalone che attraversava interamente e longitudinalmente l’area per consentire una graduale pulizia della zona melmosa. Nessuno vorrebbe fare il bagno in una zona sporca e abbandonata. Solo dopo si potrà concretamente verificare l’idea dei lidi che onestamente vedo meglio nella zona di Casabianca come un parco Green Bike Sea…Io sono convinto che il Parco di Salinella sia un frammento di un più esteso parco lineare e costiero che da Casabianca arriva alla zona dell’aeronautica. Solo così si può concretamente avere una visione di sviluppo sostenibile, dando soprattutto occasioni di lavoro.