Il temuto test del Senato è stato superato sul filo di lana: con 156 voti a favore, 140 contrari e 6 astenuti Conte ottiene la fiducia di Palazzo Madama e dopo l’ok della Camera dei Deputati ha adesso i numeri per andare avanti, al di là dell’astensione di Italia Viva. Il dibattito parlamentare, ieri, è stato in gran parte incentrato proprio sul duello dialettico tra Matteo Renzi e Conte: un confronto duro, in cui l’ex sindaco di Firenze ha ribadito le proprie critiche al governo su Mes e riapertura delle scuole, rivendicando orgogliosamente la scelta di Italia Viva di “rinunciare alle poltrone” per porre sul campo una serie di questioni politiche. Conte, da parte sua, ha rispedito al mittente le accuse, sottolineando ancora una volta l’intempestività della crisi e cercando al contempo di serrare le fila dei suoi sostenitori e di mandare messaggi di apertura a quei senatori che con il loro voto sono stati poi effettivamente determinanti per la fiducia (tra cui due esponenti di Forza Italia e il socialista Nencini). Da segnalare la standing ovation dell’assemblea di Palazzo Madama quando Conte ha ricordato Paolo Borsellino, che proprio ieri avrebbe compiuto 81 anni.
Il risultato del Senato, alla fine, è stato in linea con le speranze del capo dell’esecutivo, benchè – come evidenziato da Italia Viva – la sensazione è che Conte abbia adesso una maggioranza numerica, ma non una maggioranza politica. I 156 voti ottenuti restituiscono, ad ogni modo, un margine troppo risicato per poter dare tranquillità all’esecutivo e lo stesso Presidente del Consiglio ha annunciato che intende lavorare per rendere più robusta la sua maggioranza, che attualmente può contare sull’appoggio di Movimento 5 Stelle, Pd e Liberi e Uguali. Di fatto, Conte e il suo staff stanno portando avanti una serie di trattative con i gruppi minori, ma la strada per il governo appare obiettivamente in salita.