MammaAvventura | Lettera triste alle mie figlie

Michela Albertini

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MammaAvventura | Lettera triste alle mie figlie

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martedì 17 Novembre 2020 - 12:13

Figlie mie,
vi devo chiedere scusa, me ne rendo conto. Perdonatemi se non sempre riesco a dare il meglio di me o se a volte nemmeno ci tento. Se ai primi tre giorni di febbre non chiamo immediatamente il pediatra perché penso che basti una tachipirina per farvi stare bene. Se vi faccio mangiare le patatine con il pepe rosa e il limone (giallo) perché costano di meno e se i miei tentativi di torte fatte in casa falliscono miseramente. Perdonatemi se mi improvviso insegnante, infermiera, parrucchiera. E non sempre con successo. Perdonatemi se a volte litigo con papà, se urlo, se dico le parolacce.
Non sono perfetta, lo ammetto.


Chiara, tu sei il mio primo amore. Quello per cui ho nutrito tanti dubbi e ho avuto tante perplessità. Tu sei una perfetta fusione di mamma e papà. Sei una guerriera che ama la competizione e le sfide. Sei giallo, come il sole. Come i tuoi capelli biondi. Come il tuo sorriso e il tuo essere così perspicace. Come il tuo comprendere le cose anche quando non dovresti comprenderle.
Perdonami, Chiara, se ti leggo le favole la sera e salto interi paragrafi in modo che finiscano prima. Se dico che i tuoi disegni sono meravigliosi, ma molto spesso fatico persino a capire cosa ritraggono. Se giochiamo a Indovina Chi e faccio finta di perdere per farti contenta. E invece dovrei farti capire che perdere fa anche bene, a volte.
Perdonami se da quando è nata tua sorella sono una mamma diversa. Se ti ho tolto tempo e attenzioni. Se hai la sensazione che ti abbia tolto un po’ di amore. Se alla ventottesima volta di “Mamma, mi rifai la coda” mi trasformo nell’incredibile Hulk.
Perdonami se ho trasformato la tua maglietta preferita fucsia in una t-shirt a macchie d’olio e candeggina e te l’ho pure rifilata come pigiama, nelle notti d’estate quando fa davvero caldo e puoi fare a meno del pantaloncino.
Perdonami se a volte mi dimentico di lavarti i denti. E tu fai finta di nulla. Se chatto di nascosto con la mamma del tuo fidanzatino, per sapere come sta e se ha nuove foto di voi.


Perdonami se minaccio di chiamare la Befana ogni volta che non vuoi dormire e gli occhi mi si chiudono da soli. Lei, in verità, è l’amante di Babbo Natale e non lascerebbe mai il Polo Nord solo per i nostri capricci.
Nina, tu sei nata alla vigilia di una pandemia mondiale e hai trascorso i tuoi primi mesi tra le mura domestiche, protetta da mamma e papà, conquistando tutti con il tuo dolce sorriso, anche in videochiamata.
Se Chiara è stata frutto dell’inconsapevolezza e dell’incoscienza, tu sei frutto del nostro coraggio di ricominciare tutto da capo.
Tu sei il blu, come i tuoi occhi che hanno le stesse sfumature del mare di Marettimo. Sei dolce e hai il viso buono. Non piangi mai, anche quando dovresti.


Perdonami se dedico meno della metà del tempo che ho dedicato a tua sorella, quando aveva la tua età. Se ho meno energie a disposizione. Meno pazienza. Se sono meno giovane.
Perdonami se ti ho lasciata cadere dal letto quando avevi tre mesi, invece di stringerti ancora più forte tra le mie braccia. Quando ti ho raccolto dal pavimento e mi hai sorriso. Perché tu ridi sempre. Ed io no. E già questo è un buon motivo per sentirmi in colpa con te.
Perdonami perché ho scelto di non lavorare pur di starti accanto e vederti crescere ancora un po’. E se ti tengo esageratamente stretta a me, invece di farti scoprire il mondo là fuori.
Perdonami se dimentico di cambiare il pannolino ogni quattro ore. Se dimentico qual è stata la tetta da cui hai mangiato l’ultima volta. Se ho ritirato il tuo libretto pediatrico solo dopo cinque mesi dalla tua nascita. Se non so quanto pesi e quanto sei lunga. Se non ho ancora appeso le letterine del tuo nome sulla porta della vostra cameretta. Se ho bevuto uno spritz quando avevi appena due mesi e ti allattavo al seno.


Perdonami se sei così piccola ed io mi sento già così grande.
Figlie mie, perdonatemi tutti gli errori, le dimenticanze, le incomprensioni. Tutto quello che ho sbagliato e ancora sbaglierò con voi.
Ma, soprattutto, perdonatemi se una buona parte della vostra vita, e forse la più importante, l’ho trascritta su queste pagine, di fronte a centinaia di lettori, che sapranno tutto di voi, dei vostri primi amori, delle vostre cacche morbide, delle vostre domande strane. Se ho fatto ironia di voi.


Fa parte di me. Dell’avventura che qualche anno fa cominciammo con vostro padre e che ogni giorno, con fatica, portiamo avanti, mettendo sempre voi prima di ogni cosa.
Un giorno, quando sarete più grandi, vi spiegherò meglio. Nel frattempo, voi perdonatemi. E guardatemi sempre come fate adesso, con i vostri occhi pieni di gioia e speranza, come se io fossi la persona più bella, più sana e più buona che abbiate mai incontrato.
Vi amo. Di un bene che non si può trascrivere.

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