Conte ha domandato al giornalista che ha chiesto conto della bontà dell’operato di Arcuri di mettersi nei suoi panni
Nella serata di ieri Giuseppe Conte è comparso a Palazzo Chigi in diretta nazionale per parlare degli ulteriori sviluppi della fase 2, quella che comincia ufficialmente da lunedì 18 maggio. L’Italia può tornare a vivere nell’ambito delle singole regioni, sempre con la massima prudenza, in attesa di ulteriori sviluppi della curva epidemiologica. In base a questo, ha chiarito il premier, verranno prese tutte le successive decisioni – compresa quella di riaprire la mobilità interregionale a partire dal 3 giugno. Dopo aver terminato il suo discorso Conte ha, come al solito, dato la parola ai giornalisti per rendere conto dell’operato del governo.
Come da prassi, a un certo punto della conferenza stampa la parola è passata ai giornalisti presenti. Ognuno, dicendo nome, cognome e testata di appartenenza, ha potuto fare domande e ragionare con Conte rispetto alla nuova fase che ci attende. Anche Ciapparoni di Rtl 102.5 si è rivolto al premier con la sua domanda, chiedendo conto della messa in atto della strategia delle tre T (Testare, Tracciare, Trattare) e delle mascherine a prezzo calmierato, con riferimento all’operato di Arcuri. Dopo aver reso conto dell’operato del governo sul tracciamento e sui test, ribadendo che la sperimentazione dell’app Immuni partirà a giorni. «Per raggiungere un campione significativo della popolazione occorre del tempo»,
«Prima di valutare l’operato di Arcuri, la inviterei a porsi nelle sue condizioni»
L’invito di Conte è – per il giornalista che ha domandato ma, in generale, per tutti quelli che ne parlano – di mettersi nei panni di Arcuri. «Nei primi giorni della pandemia era pressoché impossibile procurarsi un ventilatore, ciò che ha fatto Arcuri è nei numeri, che sono trasparenti». Proprio a questo proposito, Conte dice al giornalista che «se lei ritiene di poter far meglio, la terrò presente». Aggiungendo immediatamente che, senza alcun dubbio, ci si augura di non dover ricadere in una situazione di tale gravità. Già in passato, precisamente in Lombardia a fine aprile, Conte aveva rivolto una simile osservazione a una giornalista di di TPI che – insistentemente e in più occasioni – gli aveva chiesto conto del ritardo nel dichiarare Alzano Lombardo – uno dei focolai in regione – zona rossa.