Giuseppe Castiglione, attuale sindaco di Campobello di Mazara, è un veterano della politica. Cinquantasette anni ad aprile, Castiglione ha iniziato trent’anni fa la sua carriera all’interno del Comune appena eletto consigliere con una lista del Partito Socialdemocratico italiano. Correva l’anno del Signore 1991 e appena un anno dopo, venne nominato, assessore alla Pubblica Istruzione e ai Beni culturali. Dal 2006 al 2012 ha ricoperto il ruolo di presidente del Consiglio comunale. In anteprima al nostro giornale, ha dichiarato di voler ricandidarsi per il secondo mandato di primo cittadino. Forte dell’appoggio di cui gode, Castiglione spera di farcela anche questa volta. Fra Teatri, coronavirus, siccità e mafia, ecco tutti gli impegni del sindaco di un Comune apparentemente “tranquillo”
Il prossimo 24 maggio, anche Campobello di Mazara è chiamato a scegliere sindaco e consiglio comunale. Vuol riprovarci per il secondo mandato, sindaco?
Sì, è assolutamente positivo il mio pensiero in questo momento.
Ci spieghi perchè
Ho ricevuto testimonianze di stima da parte di tutti i componenti della squadra di maggioranza, assessori inclusi, esponenti politici ed amici. Hanno sottoscritto un documento per chiedermi di ricandidarmi. Non l’ho ancora ufficializzato, anzi credo di starlo facendo in questa intervista. Sarò ben lieto di mettermi nuovamente a disposizione di chi me lo chiede ma anche della comunità. Mi piacerebbe portare a termine tutto quello che abbiamo programmato e progettato. Tra l’altro, scorrendo le pagine del mio programma elettorale di 5 anni fa, mi sono reso conto che il 95% di quanto promesso è stato portato avanti e realizzato.
Cosa non è stato possibile completare e perché?
Per colpa di lungaggini burocratiche con gli Enti superiori come la Regione e lo Stato, qualche cosetta è rimasta inattesa. Ma grazie ad una maggioranza coesa, ho la forza e il coraggio per potermi rispendere per la crescita sociale, economica e culturale di questo Comune.
Chi saranno i suoi competitor nella sfida elettorale, sindaco?
C’è un consigliere comunale dell’opposizione, Gaspare Passanante, che si candida, così come Doriana Licata che si era già presentata alle elezioni regionali senza riscuotere molto successo di voti nel nostro Comune. Ci dovrebbe essere anche un altro candidato che rappresenta i Cinque Stelle. Che ben venga un confronto politico democratico con chi ha voglia di mettersi in gioco.
Si presenterà con la stessa lista del 2014?
Sì. La lista si chiama “Democrazia e Libertà”.
Chi la appoggerà, sindaco?
Essendo una lista senza simboli politici, mi potrà appoggiare chiunque abbia voglia di spendersi per il bene del nostro territorio. Le barriere delle ideologie si sono abbassate.
Ed è un bene, sindaco?
Voglio avere a che fare con persone che siano rispettose della legge e per bene. Non mi interessa se sono di sinistra, destra o centro. Quello che deve prevalere è la ricerca del bene comune.
Sindaco Castiglione, in questi giorni lei è stato particolarmente occupato per l’inaugurazione del Teatro Olimpia a Campobello. Che cosa rappresenta per lei e per l’intera comunità questo Teatro?
Per un paese piccolo come il nostro, che non ha molte alternative, avere un Teatro, un Cinema o una sala convegni, rappresenti un importante ed immancabile presidio. Da noi mancava purtroppo da circa 40 anni.
Ci può raccontare brevemente la storia di questo Teatro?
Era un vecchio Cinema in disuso. L’immobile, di proprietà privata, era stato oggetto di un fallimento. Durante l’amministrazione Caravà, si pensò di acquistare questo immobile che era stato messo all’incanto.
Lei che ruolo aveva in quel momento?
Ero presidente del Consiglio Comunale. Si pensò di acquistarlo, un’idea condivisa da tutto i consiglieri. Si trattò di un investimento corposo.
E poi che accadde?
Dopo il mio insediamento a sindaco, iniziò tutto l’iter amministrativo progettuale per il finanziamento che era stato promesso. Quando c’erano i commissari straordinari, il finanziamento era stato revocato però.
Perché?
Non erano state esibite le ulteriori istanze che era necessario fare. Dopo che mi insediai, iniziò il mio impegno per cercare di recuperare il finanziamento.
Chi ha finanziato la ricostruzione del Teatro? Sono stati usati fondi europei?
Sono stati utilizzati fondi regionali per l’integrazione sociale e il recupero dei centri storici. A loro volta però provengono da fondi europei che la regione stessa aveva attratto attraverso la partecipazione di bandi.
Cosa fece lei esattamente, sindaco?
Fui costretto a fare anche un ricorso alla Regione per recuperare il finanziamento che ottenni dopo circa un anno. Poi si potè procedere con l’appalto dei lavori. Durante l’esecuzione, crollò una parete dell’immobile, cosa che provocò anche il ferimento di alcuni operai. La Procura bloccò per quasi un anno i lavori.
Ora è tutto a posto?
Sì, con tutti i documenti che ne attestano l’agibilità. E giovedì 27 febbraio, con l’inaugurazione, posso essere orgoglioso di dare alla città un luogo di cultura e di aggregazione sociale.
Ho ascoltato con molta attenzione, la scorsa estate, un suo intervento dopo uno spettacolo alle Cave di Cusa. Il tema era spinoso. Il fenomeno mafioso e gli effetti sul territorio. Poco fa lei ha citato l’ex sindaco Caravà, scomparso tra l’altro, 2 anni fa. Come si concilia un uomo politico “chiacchierato” come lui in un Comune come Campobello e le sue affermazioni fatte sulla ricerca della legalità durante la ricorrenza della strage di via D’Amelio?
Caravà è un sindaco che io ho votato nel 2006 e nel 2011 ma i rapporti che mi legavano a lui erano di natura amministrativa. Nelle scelte politiche poste in essere durante i suoi mandati, Caravà non ha mai lasciato intravedere azioni che potessero agevolare l’illegalità e il malaffare della mafia. Fatti di cronaca e fatti giudiziari hanno portato a conoscere eventi a me, e credo anche alla totalità dei cittadini, sconosciuti. Ognuno di noi può avere una parte della vita che non è alla luce del sole che non tutti magari conoscono.
Dunque lei non si è mai accorto di nulla?
Caravà comunque ha potuto dimostrare la sua innocenza in quanto c’è una sentenza che lo scagiona da ogni tipo di accuse. Pur tuttavia è stata una pagina negativa per la nostra comunità ancora una volta messa in ginocchio. Per quanto riguarda la sua attività amministrativa, io non posso dire che Caravà sindaco abbia compiuto azioni dalle quali io avrei preso le distanze. Non rinnego comunque di averlo appoggiato.
Diciamo che dalle nostre parti la linea che divide il lecito dall’ illecito è spesso invisibile?
Ogni paese della nostra angosciata Sicilia ha il suo tallone d’Achille. Purtroppo viviamo in un territorio permeato da questi fenomeni che sarebbe meglio non esistessero. Questo purtroppo danneggia l’immagine di un’intera comunità. Io come tutti i cittadini onesti spero che le forze dell’ordine, nella lotta alla criminalità organizzata, possano riuscire a liberare il territorio da cosa nostra..
Lei cosa vede nel futuro di Campobello?
Spero che questa etichetta di “territorio mafioso” e di terra dove vivono ancora certi personaggi che danneggiano anche economicamente la nostra immagine, finisca con l’arresto di quanti non fanno altro che buttare cenere sul capo dei nostri concittadini.
E’ notizia di questi giorni a Campobello della sospensione dei canoni irrigui. Come mai questa decisione sindaco Castiglione?
I problemi dell’agricoltura legati anche ai canoni irrigui io li affronto già da tempo con diverse organizzazioni a livello politico e sociale. Ricordo che questa battaglia era già iniziata nel 2016 attraverso interrogazioni che ho fatto fare a livello di Parlamento regionale. Sono stato ascoltato dalla Commissione Agricoltura.
Con quali risultati?
Ci fu allora una sospensione di questo aumento vertiginoso nei confronti del comparto agricolo.
Ma adesso si è tornati al punto di partenza?
Spesso la Regione non mantiene gli impegni presi e il problema si è ripresentato mettendo le mani nelle tasche dei nostri agricoltori che vivono un momento di crisi profonda.
Diciamo pure che non piove da mesi e irrigare i campi è più che necessario in questo momento?
Sì, la meteorologia in questo momento non ci aiuta. E l’agricoltura è e resta l’elemento vitale del nostro territorio e dobbiamo difenderlo. So anche che in alcuni posti si ripropongono alcuni riti medioevali per invocare la pioggia con processioni e preghiere dedicate ai Santi del Paradiso.
Il fenomeno dell’emigrazione ha caratterizzato negli anni 60/70 la comunità campobellese. E’ ancora così?
Diciamo che il fenomeno dell’emigrazione non è più quello di una volta. A partire non sono gli operai che offrivano la loro manualità andando in Svizzera o in Germania. Oggia assistiamo ad una migrazione di giovani che hanno studiato fuori e sono in cerca di un’occupazione in linea con i loro studi, magari anche all’estero.
Dunque non partono più i manovali ma i giovani istruiti, sindaco?
Sì, è più un fenomeno legato alla globalizzazione che consente di trovare sbocchi lavorativi all’estero. Partono le risorse intellettuali insomma. Servono politiche di governo per trattenere i giovani che sono la linfa vitale per tutte le comunità.
A proposito di globalizzazione, le chiedo come è vissuto il fenomeno coronavirus a Campobello?
Fortunatamente non ci sono casi nel nostro Comune. Quello che ho capito, considerati i numerosi tavoli tecnici a cui ho partecipato anche in Prefettura, è che questo coronavirus non è altro che una normale influenza con la peculiarità di un contagio molto superiore. Non provoca più morti di una normale influenza, cosa che purtroppo accade ogni anno, ma che non fa notizia. Purtroppo sui social può scrivere chiunque e si scrivono anche falsità. A Campobello comunque la situazione è calma. Spero che la stampa cominci a cambiare atteggiamento e non crei un inutile allarmismo collettivo.
Tiziana Sferruggia