“Il sessismo sul palco di Sanremo”, sentenziano sui Social Network e non solo. Forse qualcuno ha dimenticato che, il Festival della Canzone Italiana, almeno da quando viene trasmesso in tv, come formula usa la partecipazione di vallette che, in alcuni casi e negli ultimi anni, vengono chiamate co-conduttrici. Negli anni ’90 – in una società ancora colma di retaggi – andava bene che Pippo Baudo preferisse l’alta e bionda Valeria Mazza ad una mediterranea Sabrina Ferilli; che Piero Chiambretti alzasse il vestito della Marini, che Bonolis considerasse un po’ stupidina la modella Federica Felini.
Oggi invece le cose sono cambiate e per fortuna. Però è anche vero che siamo passati ad aborrire ogni minima piccolezza, sfumatura, a condannare un errore, una frase fraintesa, soprattutto se esternata a mezzo stampa o tv. Le critiche al Festival di Sanremo non sono mai mancate. Da almeno un venticinquennio a questa parte però, che mi ricordi, due sono stati i presentatori presi di mira, soprattutto dal punto di vista personale: Giorgio Panariello e ora Amadeus. Due scelte probabilmente impopolari per la Rai da dare in pasto a un grosso evento simile. E proprio per questo due figure “deboli” rispetto a Conti, Clerici, Bonolis, Fazio, Morandi o Baglioni. Dopo la frase infelice pronunciata da Amadeus sulla fidanzata di Valentino Rossi (ci indigniamo ma non ricordiamo neanche il suo nome), dito puntato sul rapper Junior Cally: i suoi testi sono misogini. Io una lettura qua e là alle sue canzoni l’ho data. Molto espliciti e scurrili, di condanna della società, che fanno riflettere sulla condizione familiare. Poi parla di prostituzione e ci va giù pesante come gran parte dei trapper che vanno di moda oggi. Nè più né meno. La casa editrice Rizzoli gli ha pubblicato anche il libro “Il Principe” e su You Tube viaggia a non meno di 3 milioni di visualizzazioni. Sanremo e Mamma Rai per attirare nuovo pubblico hanno bisogno di trapper e influencer, nuova frontiera mediatica ed economica. C’è da ricordare che nel recente passato televisivo, Morgan e Bigazzi sono stati allontanati dalla Rai per aver dichiarato il primo che fuma crack e il secondo come si cucinano i gatti a “La Prova del Cuoco”. In tanti vogliono fuori da Sanremo Junior Cally.
In via generale sono contro la censura e a favore dell’ampia espressione con ogni mezzo, così come tutelata dall‘articolo 21 della nostra Costituzione. Ma a tutto c’è un limite. Ad esempio ai titoloni di Libero Quotidiano, non meno pericolosi di una frase di un rapper. O al “tweet” di Salvini contro Junior Cally che parla di donne violentate e usate come oggetti “… lo fai a casa tua – dice l’ex Ministro – non in diretta Rai”. Ah perchè in casa si può? Inorridisco.
In Italia non ci sono mezze misure, si cela tutto o si ‘vomita’ tutto. In America – con la nascita del movimento Parental Advisory – tutti gli album con contenuti esplici vengono “timbrati” con apposito bollino. Pensate che in un album della band californiana Red Hot Chili Peppers, il brano “This is The Place” è stato censurato omettendo il testo nella parte interna della copertina. Eppure, nella traduzione, i primi versi recitano: “Questo è il posto dove vanno tutti i tossici, dove il tempo scorre veloce ma ogni cosa avviene lentamente”. Tanto forte, drammatico ma non sconvolgente. Trovare una via di mezzo, no?