Il carabiniere ha confermato che l’1 settembre, poco dopo la scomparsa della bimba, gli inquirenti ispezionarono la casa al pian terreno
La deposizione del maresciallo Di Girolamo è stata al centro dell’ultima udienza del processo di secondo grado sorto dall’opposizione dell’accusa e delle parti civili alla sentenza di assoluzione pronunciata nel giugno dello scorso anno a Marsala a conclusione del procedimento penale che vedeva accusata per il sequestro della piccola Denise Pipitone, Jessica Pulizzi, sorella della bimba, da parte di padre. A testimoniare davanti alla Corte d’appello di Palermo è stato il carabiniere che, insieme ad un altro maresciallo e a due poliziotti, l’uno settembre del 2004, poche ore dopo la scomparsa della piccola Denise, si recarono presso la casa di una vicina di Anna Corona, credendo che fosse quella della madre di Jessica. “Il maresciallo – ha scritto sulla sua pagina ufficiale di facebook l’avvocato Giacomo Frazzitta, legale di parte civile che assiste Piera Maggio, madre di Denise – ha confermato che il suo accesso nella presunta casa della Corona è avvenuto il 1 settembre poche ore dopo il sequestro della minore e poi ha confermato che è la Corona che lo ha fatto entrare nell’abitazione sbagliata”. Secondo quanto dichiarato Anna Corona non avrebbe detto che la sua casa era al secondo piano e quindi i poliziotti ispezionarono quella di sotto, credendo fosse sua. In aula per assistere i familiari della bambina scomparsa il primo settembre 2004 a Mazara del Vallo c’erano gli avvocati Giacomo Frazzitta, Luisa Calamia e Vito Perricone, mentre per la difesa di Jessica Pulizzi sono intervenuti gli avvocati Gioacchino Sbacchi e Fabrizio Torre che ha ribattuto: “riteniamo che i fatti si sono svolti in maniera diversa, come chiarito nel processo di primo grado con il contributo di altri testimoni”. Nella prossima udienza, fissata per il 21 novembre, deporranno due periti e si parlerà di alcune intercettazioni.
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