In principio erano accusate di violazione di domicilio le tre donne marsalesi sottoposte a processo penale perché ritenute responsabili, dall’accusa, di essere entrate in una casa popolare in via Grotta del Toro a Marsala, di proprietà dello Iacp e in uso ad un altro marsalese, le cui iniziali sono B. A. Secondo l’accusa le donne avrebbero forzato, il 9 novembre 2010, la serratura della porta d’ingresso dell’abitazione popolare, quando il legittimo assegnatario era assente. La vicenda prese le mosse dal fatto che nell’autunno di 3 anni fa, una donna, M. T. P. oggi 31enne, litigò con il suo convivente decidendo di forzare l’abitazione di via Grotta del Toro, che aveva saputo essere disabitata. La donna occupò l’alloggio popolare. Poi la stessa, come confermato dal difensore Nicola Sammaritano, quella stessa mattina, dopo essere entrata nell’alloggio, ha provveduto a chiamare i carabinieri e ad autodenunciarsi. Intanto anche l’assegnatario legittimo proprietario, nel pomeriggio dello stesso giorno aveva chiamato i carabinieri. La pattuglia giunta in via Grotta del Toro, trovò nella casa, oltre a M. T. P., anche altre due donne: A. D. D. e D. P. (quest’ultima difesa dall’avvocato Chiara Bonafede). I Carabinieri le identificarono tutte e le invitarono a lasciare l’appartamento. Scattò l’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Marsala ipotizzando per le tre il reato di violazione di domicilio. In sede di dibattimento il reato è stato derubricato in occupazione abusiva di casa popolare. Il processo è stato celebrato innanzi al giudice monocratico Faillaci che ieri ha pronunciato una sentenza di assoluzione per le tre. “ La signora T. P., all’epoca dei fatti, era 29enne ed era stata costretta ad abbandonare il domicilio del convivente dopo una lite e, siccome sospettava di essere incinta, aveva chiamato le sue amiche per essere assistita”.
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