Il Muslim delle discriminazioni

redazione

Marsala

Il Muslim delle discriminazioni

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mercoledì 27 Giugno 2018 - 07:30

Un provvedimento varato da qualche giorno in Arabia Saudita ha abrogato la precedente legge che vietava alle donne di guidare la macchina. Benchè un paese con forti contraddizioni interne, in cui convivono sacche molto povere e miliardari arabi, dal 1990 le donne non potevano mettersi a bordo di un’auto e, ancora oggi, devono comunque portare il velo. Addirittura, nelle famiglie più ricche, veniva pagato un autista per accompagnare la moglie o la figlia in giro. Adesso al via alle prime patenti “femmine” anche se, per il vero, occorre sempre il consenso del padre o del marito. La chiamano “rivoluzione automobilistica” perchè c’è un vero e proprio boom di iscrizioni alle scuole guida e non può che essere una piccola grande vittoria per molte donne che in Arabia Saudita quotidianamente lottano contro ogni forma di prevaricazione. Guidare sì, abbiamo detto, ma a casa loro. Non di certo negli Stati Uniti.
Ironie a parte, il più noto “Muslim ban” ovvero il divieto che il Presidente americano Donald Trump ha imposto ai migranti provenienti dai Paesi Musulmani, per la Corte Suprema USA è assolutamente costituzionale. Tante battaglie per nulla nelle piazze “yankee” che avevano ricevuto peraltro il sostegno dei tribunali di primo grado, assolutamente contrari al “folle” divieto trumpista. In pratica il provvedimento vieta l’accesso in America ai cittadini provenienti da Iran, Libia, Somalia, Siria e Yemen, oltre a quelli che arrivano da Venezuela e Corea del Nord. Dalla Corte Suprema fanno sapere che il “Muslim ban” si basa su fini legittimi: “…prevenire l’ingresso di cittadini che non possono essere controllati adeguatamente inducendo altri paesi a migliorare le loro pratiche”.
Quindi, secondo la Massima Corte americana, non c’è nessuna discriminazione religiosa, in quanto la normativa non fa riferimento alla religione in sé. Sarà forse l’11 settembre uno dei motivi che ha indotto il noto Repubblicano a varare il divieto? Forse sì, o almeno ufficialmente. Ma la tesi resta alquanto discutibile. Gli USA continuano a costruire muri, non solo reali, ma d’altronde anche l’Europa oggi (e in tempi non sospetti) costruisce muri, muri fisici, muri di diseguaglianze e di discriminazioni, riconoscendo tuttora l’America come unica vera potenza dell’Occidente.

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