Ponte sullo Stretto, la Corte dei Conti lo boccia e il Governo attacca: “Andremo avanti”

redazione

Ponte sullo Stretto, la Corte dei Conti lo boccia e il Governo attacca: “Andremo avanti”

Condividi su:

mercoledì 29 Ottobre 2025 - 21:57

Si accende lo scontro sul Ponte sullo Stretto. La Corte dei Conti ha bocciato la delibera del Cipess dello scorso agosto che aveva approvato il progetto definitivo dell’opera, aprendo un nuovo fronte di tensione tra magistratura contabile e governo. Nonostante il parere negativo, l’esecutivo conferma la volontà di proseguire: “Il progetto andrà avanti”, assicura il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini.

La reazione del governo: “Atto di invasione della giurisdizione”

Durissima la risposta della premier Giorgia Meloni, che parla di “ennesimo atto di invasione della giurisdizione sulle scelte del Governo e del Parlamento”. La presidente del Consiglio ha rivendicato la correttezza dell’iter tecnico-amministrativo, sostenendo che i ministeri e Palazzo Chigi “hanno fornito puntuali risposte a tutti i rilievi della Corte”. “Per capire la capziosità del giudizio – ha aggiunto Meloni – una delle contestazioni riguardava la trasmissione di atti voluminosi tramite link, come se i giudici contabili ignorassero l’esistenza dei computer”. Sulla stessa linea Salvini, che parla di “scelta politica e di grave danno per il Paese” e ribadisce: “Andremo avanti”. Il vicepremier e ministro delle Infrastrutture difende il lavoro svolto, assicurando che “tutte le normative italiane ed europee, comprese quelle ambientali, sono state rispettate”. L’altro vicepremier, Antonio Tajani, definisce la decisione della Corte “incomprensibile e inaccettabile”: “Non è ammissibile – afferma – che la magistratura contabile decida quali opere strategiche realizzare”.

L’opposizione attacca: “Meloni contro le istituzioni”

Dall’opposizione arrivano parole durissime. “Meloni vuole mettersi al di sopra delle leggi e della Costituzione – replica la segretaria del Pd, Elly Schlein –. Con le sue affermazioni contro la Corte dei Conti chiarisce il vero obiettivo della riforma costituzionale”. Per il capogruppo Pd in Commissione Ambiente, Marco Simiani, è “gravissimo e ignobile che Salvini attacchi la Corte invece di assumersi le proprie responsabilità”. Esulta Angelo Bonelli (Avs), storico oppositore dell’opera: “Grande vittoria dello Stato di diritto. Salvini si deve dimettere”.

Le motivazioni della Corte: dubbi su coperture e stime di traffico

Secondo quanto trapela, i magistrati contabili avrebbero sollevato numerose eccezioni. Tra queste: l’affidabilità delle stime di traffico, la solidità delle coperture economiche, la conformità del progetto alle norme ambientali e antisismiche, oltre al rispetto delle regole europee che vietano il superamento del 50% del costo iniziale. Dubbi anche sulla competenza del Cipess, ritenuto un organo “politico” non pienamente legittimato ad approvare il progetto definitivo. La Corte, tuttavia, ha precisato che il suo giudizio si limita agli aspetti economico-finanziari e procedurali, senza entrare nel merito dell’utilità dell’opera.

La procedura: il governo può comunque andare avanti

Dal punto di vista tecnico, il parere negativo non blocca automaticamente il progetto. La normativa consente infatti al Consiglio dei ministri, in caso di rifiuto di registrazione da parte della Corte dei Conti, di deliberare che l’atto risponda a un “interesse pubblico superiore” e di procedere comunque.
In tal caso, la Corte apporrebbe un “visto con riserva” e trasmetterebbe la segnalazione al Parlamento, che potrebbe poi valutare eventuali responsabilità politiche.

Il fronte siciliano: “Opera indispensabile per lo sviluppo”

Sulla stessa linea del governo anche i rappresentanti della Lega in Sicilia. “Attendiamo le motivazioni della sentenza, ma siamo determinati a superarla – afferma il senatore Nino Germanà –. Il Ponte è un’opera strategica da oltre 13 miliardi, fondamentale per il lavoro e per lo sviluppo del Meridione”. Il capogruppo della Lega all’Assemblea regionale siciliana, Salvo Geraci, conferma: “I finanziamenti della Regione restano. Tutto è stato fatto nel pieno rispetto delle norme. Il giudizio della Corte è sorprendente e il Ponte andrà avanti”.

Il nodo politico e simbolico del Ponte

Il progetto del Ponte sullo Stretto – 13,5 miliardi di investimento per un’opera concepita oltre 25 anni fa – torna dunque al centro del dibattito politico e istituzionale. Mentre la Corte dei Conti richiama alla prudenza finanziaria, il governo vede nell’infrastruttura un simbolo di modernità e coesione nazionale.
Lo scontro tra poteri dello Stato, però, apre ora una questione più ampia: fino a che punto il controllo contabile può incidere sulle scelte di indirizzo politico? Una domanda che promette di animare ancora a lungo il dibattito su uno dei progetti più controversi della storia italiana.

Condividi su:

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Commenta