Il coraggio di Cristina Gallo, la vergogna della sanità trapanese e la maxi inchiesta

Luca Di Noto

Il coraggio di Cristina Gallo, la vergogna della sanità trapanese e la maxi inchiesta

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sabato 18 Ottobre 2025 - 07:18

Sono trascorsi sei mesi dal Consiglio comunale aperto sulla Sanità a Mazara del Vallo. Quel 14 aprile 2025 la città si era mobilitata attorno a un tema delicato e urgente: i ritardi negli esami istologici, denunciati dalla prof.ssa Maria Cristina Gallo, avevano acceso un dibattito pubblico e portato all’attenzione della comunità carenze e criticità dell’ospedale Abele Ajello. Sei mesi dopo, la domanda che molti cittadini si pongono è se qualcosa sia realmente cambiato. Paola Galuffo, consigliera comunale e presidente della Commissione consiliare Sanità, traccia un bilancio: “Il Consiglio comunale aperto ha lasciato un segno. È stato un momento di verità, un segnale insieme ad altre manifestazioni e confronti aperti a Mazara e in provincia di Trapani. Grazie alla denuncia della prof.ssa Gallo abbiamo visto in faccia le carenze del nostro sistema sanitario, a partire dai ritardi nei referti istologici. Come commissione abbiamo trasformato l’indignazione in proposta, producendo una relazione con richieste concrete all’Asp, alla Regione, ai deputati e ai sindaci”.

Paola Galuffo

La situazione oggi

Secondo Galuffo, l’eredità più importante di quell’appuntamento resta l’innalzamento della soglia dell’attenzione: oggi i referti arrivano in tempi più brevi, ma la questione rimane la stessa. “Perché non è sempre stato così? Perché si interviene solo quando si alza un polverone?”, si chiede la presidente della Commissione, sottolineando la necessità di monitoraggio costante e responsabilità istituzionale. Un elemento che segnò l’incontro sei mesi fa fu l’assenza dei vertici dell’Asp. “Quel momento era un’occasione per guardare i cittadini negli occhi e dare risposte. Come Commissione abbiamo raccolto dati e segnalazioni, mettendoli nero su bianco in un documento reso noto all’intera comunità. La nostra funzione non è sostituirci a chi deve decidere, ma vigilare, denunciare e fare proposte”, aggiunge Galuffo. La relazione stilata dalla Commissione ha avuto effetti concreti: ha dato voce alla comunità locale, evidenziando criticità note da anni, e ha indirizzato richieste puntuali all’Asp e alla Regione, come un piano strutturale per i processi diagnostici, il rispetto della classificazione dell’ospedale come DEA di I livello, più personale e investimenti in tecnologia. “Non è una bacchetta magica, ma è un passo per smuovere le istituzioni e mantenere i riflettori accesi”, spiega Galuffo. La prof.ssa Maria Cristina Gallo, recentemente scomparsa, resta un punto di riferimento morale e simbolico. “È stata una donna di grande coraggio e impegno per la comunità. Con la sua esperienza ci ha messo davanti agli occhi ciò che molti hanno vissuto in silenzio: la paura, l’attesa, l’incertezza. Mazara si è fermata per darle l’ultimo saluto. Ora tocca a noi trasformare il suo esempio in impegno”, conclude Galuffo.

Innalzamento dei controlli

Nonostante i progressi sui tempi dei referti, la situazione complessiva della sanità locale resta complessa. “La soglia di attenzione è più alta e continua ad esserlo, ma la Sicilia rimane agli ultimi posti in Italia per efficacia ed efficienza dei servizi sanitari. Il nuovo riordino della rete ospedaliera appare frutto di compromessi, poco chiaro, soprattutto in provincia di Trapani”, osserva Galuffo. La Commissione continuerà a vigilare e a monitorare, richiedendo una rete ospedaliera equa e orientata al bene della comunità. “Siamo disposti a discutere di razionalizzazioni o chiusure di reparti a condizione che ai cittadini sia garantita un’assistenza adeguata e che i presidi spostati altrove siano efficienti ed eccellenti. Se la rete non diventa attrattiva per i medici, rischiamo di perdere competenze e qualità e di non raggiungere gli standard che i cittadini meritano”, conclude la presidente della Commissione. Nel frattempo prosegue in fase di indagini preliminari l’inchiesta sui ritardi nei referti istologici.

L’inchiesta

Sono 19 gli indagati, 8 i medici. I reati contestati a vario titolo sono omissione di atti di ufficio, omicidio colposo e lesioni colpose dovute a “negligenza, imprudenza e nell’omissione del dovere di consentire il rilascio tempestivo del referto”. Secondo l’accusa, i referti sono stati consegnati con mesi di ritardo, impedendo diagnosi tempestive e terapie salvavita. Su oltre 3.300 esami istologici, 352 tumori non furono individuati in tempo. La cooperazione colposa con esiti mortali riguarda comportamenti reiterati e sistemici nei reparti di Anatomia patologica degli ospedali di Trapani e Castelvetrano.

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Un commento

  1. Da ex dirigente medico per decenni dipendente di questa asp vi posso assicurare la totale ignoranza in campo sanitario e pressappochismo professionale dei vari direttori sanitari e manager ( tranne rarissime eccezioni) che nel corso degli anni si sono alternati alla guida dell’azienda e dei vari ospedali. Pronti solo a fare gli yesmen ai politici di riferimento e agli amici, ma poco interessati al miglioramento delle prestazioni ( con l’accondiscendenza interessata, ahimè, di tanti colleghi). Quindi di cosa ci si meraviglia!

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