F35 a Birgi, Ciminnisi presenta mozione all’Ars: “Difendiamo il turismo”

redazione

F35 a Birgi, Ciminnisi presenta mozione all’Ars: “Difendiamo il turismo”

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lunedì 22 Settembre 2025 - 11:20

L’ipotesi molto concreta di una scuola per addestramento di piloti F35 a Birgi sta portando scompiglio nella politica locale e nella società civile. A tornare sull’argomento è la deputata regionale 5 Stelle, la misilese Cristina Ciminnisi che ricorda il precedente che si è verificato nel 2011, quando lo scalo venne chiuso ai voli civili per le operazioni militari in Libia: “Abbiamo già visto cosa significa: turisti bloccati, economia in ginocchio, famiglie e imprese penalizzate. Mentre si lavora per far crescere turismo e sviluppo, c’è chi vuole trasformare Birgi in un avamposto bellico. Non possiamo accettare che Trapani diventi nuovamente una portaerei nel cuore del Mediterraneo“.

“Mettere a rischio la piena operatività civile dello scalo per inseguire progetti militari significa tradire la nostra storia e condannare la Sicilia a un futuro di dipendenza e marginalità. Allo stesso tempo il rapporto tra il territorio e l’Aeronautica è consolidato. Per queste ragioni l’ipotesi della scuola di addestramento dei piloti di F35 va studiata con attenzione difendendo la vocazione civile e turistica del nostro aeroporto e territorio” afferma l’onorevole Ciminnisi in merito all’ipotesi di trasformazione dell’aeroporto di Trapani-Birgi in polo internazionale di addestramento per i caccia F-35. “Birgi – sottolinea – è molto più di una pista di atterraggio: è il cuore economico e turistico di tutta la provincia, il volano che ha permesso al territorio trapanese di aprirsi al mondo“.

Per questo motivo con la mozione presentata all’ARS, Ciminnisi chiede al Governo Schifani una presa di posizione chiara e inequivocabile: “La Sicilia – si legge nel documento depositato della deputata – deve avere voce nelle scelte che la riguardano: il suo destino è quello di essere una terra di pace, ponte tra i popoli nel Mediterraneo. Non può ridursi a base militare al servizio di strategie internazionali che sacrificano la vocazione turistica del territorio“.

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