Elpis II: un gigante nel mare delle Egadi. Una storia sommersa

redazione

Elpis II: un gigante nel mare delle Egadi. Una storia sommersa

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martedì 12 Agosto 2025 - 07:00

Sapevate che a pochi chilometri a sud‑ovest dell’isola Formica, lungo i fondali protetti delle Egadi, riposa un imponente relitto rimasto intatto per oltre quattro decenni? L’Elpis II, una robusta imbarcazione mercantile affondata nel 1978, giace oggi a una profondità compresa tra i 16 e gli 8,5 metri, assumendo la maestosa forma di un monolite subacqueo lungo 53 m e largo 11 m. Affondò durante la sua navigazione notturna in circostanze poco documentate, ma fonti convergono sull’anno e sulla zona dell’incidente: le acque tra Formica e le Egadi sud-occidentali durante il gennaio del 1978. Anche se la dinamica esatta dello schianto non è pienamente chiarita, il suo repentino affondamento sembra dovuto a un’avaria strutturale o a un’imprevista avaria meccanica durante il trasporto di merci. L’equipaggio abbandonò la nave e il relitto fu progressivamente inglobato dal fondale sabbioso indigeno e dai prati di Posidonia oceanica.

Il rilievo di ieri e di oggi

Oggi l’Elpis II è al centro di una campagna unica condotta da ISPRA, con il supporto dei nuclei Carabinieri Subacquei di Roma e Messina, del Servizio Navale di Favignana, del CNR di Palermo e dell’università UNIPA. Ad aprile, un rilievo aereo ultrarisoluto ha confermato l’integrità strutturale dell’imbarcazione, mostrando una sagoma nitida sul fondo marino e confermando la sua rilevanza come habitat artificiale e ostacolo alla navigazione. Come da protocollo del progetto MER, il relitto è stato segnalato all’Istituto Idrografico della Marina per aggiornare i registri nautici e garantire la sicurezza dei diportisti.

Tra storia, natura e navigazione: uno scrigno silenzioso

Oltre alla mera forma, l’Elpis II rappresenta un ecosistema sommerso. Decorso il tempo, la sua superficie è stata colonizzata da colonie stabili di Posidonia oceanica, insieme ad altre specie marine che vi trovano rifugio e sostentamento. Parallelamente, i rilievi condotti hanno identificato nell’ambito del progetto MER oltre 50 relitti e 15 oggetti sommersi, tutti rilevanti sia come elementi storici sia come potenziali ostacoli alla navigazione.

Un viaggio nel silenzio del tempo

Immaginate un’immersione leggera, tra le acque cristalline e i fondali di Posidonia, in cui la prua di un relitto emerge lentamente dal blu: la sagoma dell’Elpis II si staglia quasi intatta, un monumento sommerso che racconta storie di navigazioni antiche, di traffici misteriosi e di legami profondi con l’ambiente marino. Gli studi in corso non solo monitorano lo stato strutturale del relitto, ma raccolgono campioni biologici e sedimentologici per capire come la vita marina abiti e modifichi questi relitti artificiali. Un modello per capire quanto questi relitti possano diventare rifugi stabili per specie vulnerabili e come contribuire alla conservazione biologica dell’Area Marina Protetta.

Una finestra sul futuro

L’Elpis II emerge oggi come simbolo silenzioso di un’alleanza tra storia, ecologia e tutela della navigazione. Rappresenta una narrazione sommersa, un’opera d’arte naturale diventata rifugio marino.  Ed è solo una delle decine di relitti sfiorati dalle correnti dell’Etna marino, che piano piano si trasformano in pagine vive del patrimonio sommerso delle Egadi. Un invito alla scoperta, attenta, rispettosa e consapevole, di ciò che il mare custodisce.

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