Il turismo in Sicilia non è mai stato così florido. Secondo i dati recentemente diffusi da Bankitalia, l’Isola conquista il primato nazionale per incremento del gettito derivante dalla tassa di soggiorno, segnando un clamoroso balzo del +37% nel 2024 rispetto all’anno precedente. Un aumento che si traduce in oltre 40,5 milioni di euro, una cifra da record che riflette un flusso turistico in costante ascesa. Ma il dato più eclatante riguarda la crescita su base pluriennale: in appena quattro anni, la Sicilia ha registrato un’incredibile impennata del 291%, passando dai 10,4 milioni del 2020 agli oltre 40 milioni attuali. Una crescita che testimonia il ruolo sempre più centrale dell’Isola nello scacchiere turistico nazionale e internazionale.
A seguire, nella classifica nazionale dei maggiori incrementi, ci sono Trentino-Alto Adige con un +35% (da 89,8 a 121 milioni di euro) e l’Abruzzo, che segna un +33% (da 3,5 a 4,6 milioni). Ma il Mezzogiorno, trainato proprio dalla Sicilia e dalle altre isole, è l’area che cresce più velocemente: l’incremento medio per il Sud è del +29%, con Palermo che svetta con un incredibile +81%. Nel solo 2023, i pernottamenti dei turisti nei comuni siciliani hanno generato un gettito quasi doppio rispetto al 2022: da 22,8 a 40,5 milioni di euro, con un balzo di quasi 11 milioni in un solo anno. I comuni che applicano la tassa di soggiorno sono cresciuti da 71 a 93 nell’arco di tre anni, segno di una maggiore organizzazione e capacità di intercettare il valore economico del turismo. Nonostante questo boom, il Nord Italia continua a dominare in termini assoluti, con oltre 450 milioni di euro raccolti – pari a circa il 60% del totale nazionale. Tuttavia, è chiaro che il Sud, e in particolare le regioni insulari, stanno accorciando rapidamente le distanze. Un trend che non può più essere ignorato e che pone la Sicilia al centro della nuova geografia turistica italiana. Se il 2024 è stato l’anno della svolta, il futuro si preannuncia ancora più brillante.