Caos sul futuro dello Stagnone: si teme che la Riserva venga lasciata al turismo selvaggio

redazione

Caos sul futuro dello Stagnone: si teme che la Riserva venga lasciata al turismo selvaggio

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domenica 08 Giugno 2025 - 06:45

Si è svolto giovedì scorso a Birgi l’incontro pubblico organizzato dall’Amministrazione comunale di Marsala per presentare la bozza del Piano di gestione della Riserva Naturale Orientata dello Stagnone. Un appuntamento atteso da cittadini, operatori economici, ambientalisti e appassionati del territorio, che però ha generato più domande che risposte. La narrazione proposta è apparsa fin da subito confusa, a tratti incerta e priva di una linea guida realmente comprensibile. L’intento dichiarato dall’Amministrazione comunale, e in particolare dal sindaco Massimo Grillo, era quello di avviare un processo di equilibrio tra la tutela ambientale e gli interessi economici legati al turismo e alle attività produttive. Tuttavia, ciò che è emerso – anche a seguito di un lungo dibattito con interventi chiarificatori da parte dei tecnici comunali – è una proposta che sembra legittimare lo stato di fatto, piuttosto che proporre soluzioni concrete al degrado crescente dell’area. Lo dice chiaramente il Circolo Legambiente Marsala-Petrosino. L’incontro di Birgi ha mostrato, ancora una volta, quanto manchi una visione chiara, condivisa e fondata sulla sostenibilità per il futuro dello Stagnone. Senza un vero piano di gestione e senza un controllo efficace del territorio, il rischio concreto è che la Riserva Naturale Orientata resti tale solo nel nome.

I dubbi di Legambiente

Nella zona B della Riserva, che comprende le cosiddette aree di “preriserva”, si prevede la possibilità di continuare o formalizzare attività già ampiamente praticate: chioschi per i kiters, stabilimenti balneari, punti di ristoro, attività artigianali generiche. Un quadro normativo che più che regolamentare, sembra voler ufficializzare il disordine e il sovrasfruttamento dell’area, in particolare della delicata zona umida nei pressi di San Teodoro. Particolarmente controverso è stato l’annuncio di un centro di promozione del vino biologico, che il primo cittadino ha proposto di realizzare presso l’ex impianto di acquacoltura. Una scelta che ha suscitato le critiche della Antonella Ingianni, che ha rilanciato invece l’idea di una rinaturalizzazione dell’area per favorire il ritorno della fauna e della vegetazione tipiche dello Stagnone” fanno sapere gli ambientalisti lilybetani.

Il risultato dell’incontro? Un coro unanime di delusione

I residenti chiedono il ripristino della quiete, compromessa da anni di “movida selvaggia”. Gli ambientalisti chiedono una drastica riduzione della pressione antropica e una vera protezione della Riserva, non un compromesso al ribasso. Persino i rappresentanti delle scuole di kitesurf hanno chiesto maggiore regolamentazione e lo stop agli abusi, evidenziando che il vero problema sono i frequentatori “selvaggi” della laguna, non le attività regolari. Tutti, insomma, si aspettavano un’inversione di rotta, un piano organico per affrontare un sistema che – come ampiamente previsto – è ormai imploso. La pressione turistica, gli interessi economici e la totale assenza di controlli hanno portato all’insostenibilità della situazione, danneggiando non solo l’ecosistema ma anche quegli stessi operatori che il Comune dice di voler tutelare. A fronte di ciò, il Comune non ha presentato alcuna misura concreta per il controllo del territorio, né strumenti reali per far rispettare le norme già in vigore, a detta di Legambiente. Anzi, con nuove disposizioni ancora più permissive, sembra si voglia semplicemente continuare a “tenere buona” ogni parte in causa, senza cambiare realmente nulla.

L’assenza della Provincia di Trapani

Grave anche l’assenza di uno dei principali attori istituzionali: il Libero Consorzio Comunale di Trapani, ente gestore della Riserva. Il presidente appena eletto, Salvatore Quinci, non figurava tra i relatori, fatto che ha sollevato perplessità e critiche. E’ stato invitato? Ci si chiede. Tra i più critici, Leonardo Curatolo, presidente dell’associazione Marsala Futura, che ha definito la situazione “… un caos alimentato dallo stesso Comune di Marsala”. “È inaccettabile – ha dichiarato – che lo Stagnone resti prigioniero di conflitti e mancanza di visione. Rischiamo una riserva solo sulla carta o, peggio, un parco giochi senza regole”. Curatolo ha poi annunciato l’intenzione di scrivere ufficialmente al presidente del Libero Consorzio e all’assessore regionale al Territorio e Ambiente, Giusi Savarino, per sollecitare un intervento istituzionale serio e urgente. “È un dovere istituzionale e un’azione ormai non più rinviabile per riportare ordine e tutela in una delle aree naturalistiche più preziose della Sicilia”, ha concluso.

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