Con oltre 7.000 preferenze, Ernesto Raccagna è risultato il consigliere più votato alle recenti elezioni del Libero Consorzio dei Comuni di Trapani. 36 anni, designer della comunicazione visiva, vicepresidente del Consiglio comunale di Partanna e figura emergente del Partito Democratico, Raccagna si racconta in questa intervista, delineando la sua visione politica e le sfide future per la provincia. E a microfoni spenti dice: “Sono felice e onorato del lavoro svolto nel PD in questi anni. A giugno sposerò l’amore della mia vita. E’ un momento ricco di novità e nuove sfide tutte da vivere e scoprire”.
Raccagna, che peso politico avrà questo suo risultato nella scelta del vicepresidente?
Con umiltà le dico che un risultato così importante, come le oltre 7.000 preferenze ottenute, mi riempie di orgoglio e allo stesso tempo mi carica di un’enorme responsabilità. È una testimonianza di fiducia forte da parte del mio partito e dei movimenti civici che mi hanno sostenuto, costruita nel tempo con l’ascolto, la presenza sui territori e un impegno costante per la comunità. Tuttavia, credo che le scelte politiche, come quella del vicepresidente del Libero Consorzio, debbano guardare non solo ai numeri, ma anche all’equilibrio tra competenze, rappresentanza territoriale e visione collettiva. Quindi sì, questo risultato ha un peso politico significativo, ma il vero obiettivo deve restare quello di costruire una squadra che risponda al bene comune, non solo alla logica dei voti individuali.
Alle competizioni elettorali di secondo livello avete sostenuto l’attuale presidente e sindaco di Mazara del Vallo Salvatore Quinci. Una scelta ‘civica’ l’avete definita.
Con chiarezza e senza esitazioni, rivendico quella scelta. È stata una decisione politica, strategica e, soprattutto, civica, frutto della consapevolezza che non si poteva restare ai margini della competizione democratica. Abbiamo scelto di esserci, di assumerci la responsabilità di costruire un’alternativa credibile e radicata, in risposta a un centrodestra unito. Quella fu una scelta civica prima che partitica, nata dall’impegno condiviso con donne e uomini che, oltre le appartenenze, volevano rimettere al centro buone pratiche, competenza e passione per il bene comune. Le forze progressiste e civiche si sono messe al servizio del territorio non per logiche di potere, ma per guidare un cambiamento necessario. Sapevamo di dover costruire una proposta seria e autorevole, in grado di rispondere ai bisogni concreti della comunità. A chi puntava sulla nostra marginalità, abbiamo risposto con umiltà e determinazione, facendo una scelta coraggiosa e lungimirante. Era la strada giusta. Avevamo ragione.
La cocente sconfitta dell’altro candidato Giovanni Lentini, su cui avrebbero in teoria dovuto convergere il centrodestra, ha consegnato un’aula in cui siete in minoranza, con solo 4 consiglieri su 12. Come farete a governare?
Siamo in minoranza, è vero, ma non intendiamo vivere questa situazione come un ostacolo. Vogliamo costruire, proporre, dialogare. Il risultato del centrodestra, con la sconfitta del loro candidato Presidente, ci consegna un quadro più complesso del previsto. Significa che dentro quello schieramento ci sono sensibilità diverse, forse più aperte di quanto si pensasse. Noi ci presenteremo in aula con spirito costruttivo, con proposte concrete, sui temi che contano davvero per i cittadini: strade, scuole, servizi, ambiente. Governeremo cercando convergenze su ciò che è giusto, non su ciò che è utile solo a una parte. La politica, per me, deve essere fatta di dialogo, non di contrapposizioni. Anche in minoranza, si può fare buona politica se si ha coerenza, serietà e voglia di lavorare.
Il Libero Consorzio di Trapani è commissariato da anni. Quali sono le sue priorità per rilanciare l’efficacia dell’ente?
Il commissariamento pluriennale ha inevitabilmente indebolito l’ente, limitandone la capacità di intervento e allontanandolo dai bisogni reali dei cittadini e dei comuni consorziati. La mia priorità è restituire al Libero Consorzio un ruolo politico e istituzionale forte, capace di essere motore di sviluppo, coordinamento e visione strategica. Dobbiamo ripartire dalle basi: strade provinciali in condizioni critiche, edilizia scolastica che ha bisogno di interventi urgenti, servizi frammentati e spesso inadeguati, un ambiente che va difeso. Su questi fronti serve un piano chiaro, con una programmazione seria e una cabina di regia che coinvolga i sindaci del territorio. Credo che la trasparenza e il coinvolgimento delle comunità locali debbano essere al centro di questo rilancio. Le decisioni non possono calare dall’alto, devono nascere dal confronto con chi vive ogni giorno le difficoltà e le potenzialità di questo territorio. In sintesi, voglio contribuire a ricostruire un ente credibile, autorevole e vicino ai cittadini, perché solo così possiamo davvero migliorare la qualità della vita nei nostri comuni e dare futuro alla nostra provincia.
Lei è anche vicepresidente del consiglio di Partanna in quota PD. In questi giorni a Trapani si è aperta la fase precongressuale e avete indicato Valeria Battaglia come vostro segretario provinciale. Ma il Partito è spaccato sia a livello locale che regionale. Perché, secondo lei, non si riesce a trovare una sintesi?
Da iscritto al Partito Democratico, e da progressista convinto che crede nel valore dell’unità, penso che le difficoltà che stiamo vivendo – a livello provinciale come regionale – nascano da una fase lunga di personalismi e mancanza di ascolto vero. Troppe volte si è messa davanti la logica delle correnti, e si è perso di vista l’obiettivo comune: essere un partito popolare, radicato nei territori, vicino ai bisogni delle persone. Proprio per questo noi abbiamo scelto di indicare Valeria Battaglia come segretaria provinciale. Non è solo una figura capace e preparata, ma è soprattutto una donna libera, coerente, con un forte legame con la sua comunità. È vicesindaco di Partanna, ma soprattutto è una persona che ascolta, che unisce, che lavora senza protagonismi. Valeria può essere quel volto nuovo, credibile e autorevole, capace di tenere insieme storie diverse del nostro partito. È una scelta che guarda al futuro, non al passato. E se ancora oggi facciamo una lieve fatica a trovare una sintesi totale, forse è perché dobbiamo ricominciare dalle persone, dai contenuti, e da una politica che metta al centro il “noi”, non l’“io”. Io credo che attorno a Valeria si possa costruire un PD più vero, più giusto e più vicino alla gente. Ma serve il coraggio di cambiare davvero. Sono certo che riuscirà non solo ad unire tutto il partito provinciale, ma sotto la sua guida il partito diventerà molto più forte, anche numericamente.