Dopo che la Conferenza permanente in Assessorato ha detto no al reintegro di Ferdinando Croce a direttore generale dell’Asp di Trapani arrivano le dimissioni ufficiali del manager che, ascoltato in commissione Salute all’Ars, ha prima annunciato l’intenzione di dimettersi dalla carica e in seguito ha formalizzato la decisione con un documento consegnato nella stessa sede. “Sentivo la necessità che il Parlamento mi ascoltasse – ha spiegato ai deputati presenti -. Non potevo dimettermi prima. Se devo pagare, come ormai sembra evidente, lo faccio e lo accetto, ma non avrei dovuto essere l’unico. Ho fatto tutto quello che un singolo dg di una singola azienda sanitaria avrebbe potuto fare. Non accetto che mi si dica che tutto questo è accaduto perché sono giovane e alla prima esperienza”. Ovviamente, come si ricorda, la vicenda è esplosa dopo la denuncia di una paziente oncologica che ha atteso 8 mesi per un referto istologico. Questo ha aperto a tutta una serie di casi – in totale 2.964 esami da refertare – in cui malati oncologici hanno atteso fino a 10 mesi. Nel frattempo i tumori sono diventati sempre più gravi e in alcuni casi incurabili.
Il deputato La Vardera difende Croce
E c’è chi già difende Croce. “Dall’audizione di Ferdinando Croce in VI commissione cui ho preso parte, posso dire senza tema di smentita che Croce è stato un capro espiatorio per coprire le colpe dell’assessorato alla Salute, di Iacolino e della allora assessore Giovanna Volo. Oggi Croce ha prodotto della documentazione incontrovertibile, che non avevo mai visionato, in cui ha avvisato della situazione degli arretrati degli esami istologici già a luglio 2024, scrivendo non solo all’ assessorato ma anche a tutte le asp della Sicilia per chiedere aiuto. Ha cercato di fare tutti i concorsi per colmare le gravi carenze dell’anatomia patologica“. A dirlo il deputato regionale e leader di Controcorrente Ismaele La Vardera dopo aver preso parte alla VI Commissione all’Ars.
“Pur ritenendo non appropriata la nomina di Ferdinando Croce nomina, che ho sempre visto come un ripiego alla sua non elezione al Parlamento in danno ai cittadini trapanesi, oggi non posso non affermare con onestà Intellettuale che la colpa dei ritardi degli esami istoligici, non è assolutamente imputabile solo a lui e che addirittura aveva chiesto di esser autorizzato di prendere risorse esterne per avere riscontri degli esami istologici. Oggi la vera domanda da porti è come mai l’assessorato non ha mai risposto? Perché l’allora assessore Volo non è saltata dalla sedia nell’apprendere che già a luglio 2024 era stata avvisata di 3.000 referti erano in ritardo? Non avrei mai pensato di solidarizzare con Croce, ma oggi lo devo fare perché alla luce della documentazione prodotta posso affermare che è stato usato come capro espiatorio. Schifani dovrebbe fare mea culpa per tutto quello che è successo all’interno dell’Asp di Trapani e rimuovere in primis Iacolino e poi dimettersi”, afferma il deputato.
I deputati dem all’attacco di Schifani: “Sanità siciliana al collasso”
“Prendiamo atto delle dimissioni del direttore generale dell’Asp di Trapani, Ferdinando Croce, così come prendiamo atto delle responsabilità politiche che questa vicenda porta con sé. Ma sia chiaro: le dimissioni non chiudono nulla. È solo un passaggio di una crisi sanitaria che continua a colpire la provincia di Trapani e l’intera Sicilia”. Lo dichiarano i deputati regionale del Partito Democratico Dario Safina, Giovanni Burtone e il capogruppo all’Ars Michele Catanzaro, intervenendo dopo l’audizione in VI Commissione Sanità dell’Ars in cui Croce ha formalizzato le sue dimissioni, a seguito della relazione ispettiva che ha certificato disservizi gravissimi all’interno dell’Asp trapanese.
“Abbiamo sempre denunciato le criticità dell’Asp di Trapani, e non ci siamo mai tirati indietro nell’indicare le responsabilità del DG dell’Asp – aggiungono Safina, Burtone e Catanzaro – ma adesso basta usare la burocrazia come parafulmine degli errori politici. Croce ha le sue colpe, certo. Ma le responsabilità politiche stanno altrove, e hanno nomi e cognomi: Renato Schifani e la sua giunta, che da tre anni governano la Sicilia con risultati disastrosi, soprattutto nella sanità pubblica”. “L’indagine ispettiva del Dasoe – continuano – non ha fatto altro che mettere nero su bianco ciò che cittadini e operatori sanitari vivono da tempo: ritardi fino a dieci mesi nei referti di anatomia patologica, diagnosi tardive, danni ai pazienti. Una gestione definita dagli stessi ispettori regionale inefficiente, in violazione dei principi fondamentali dell’amministrazione pubblica”. “Chiediamo con forza che il presidente della Regione venga subito a riferire in aula sullo stato della sanità siciliana – concludono i tre deputati Dem –. La situazione è grave, il sistema è al collasso. E se la politica non è in grado di assumersi le proprie responsabilità, allora è giusto che sia chiamata a risponderne davanti ai siciliani”.