Kundera e l’insostenibile leggerezza dei politici

Claudia Marchetti

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Kundera e l’insostenibile leggerezza dei politici

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giovedì 01 Maggio 2025 - 06:35

Mazara del Vallo. Un casolare abbandonato, in rovina. Alcuni adolescenti si avventurano tra quelle macerie attratti — presumibilmente — dal desiderio di girare un video da condividere sui social. Il soffitto crolla. Leonardo Titone, 15 anni, muore sul colpo. Il suo amico, Kwalil Sfari, resta ferito. La città piange, la Procura indaga, le famiglie cercano risposte, e noi tutti ci ritroviamo a interrogarci. L’edificio, dicono, era pericolante da tempo. C’erano dei cartelli a segnalarlo, è vero. Ma questo basta davvero a garantire la sicurezza pubblica? Le domande sono tante: chi doveva abbattere quel rudere? Entro quando? L’Amministrazione ha fatto di tutto per evitarlo? La risposta a queste domande non restituirà Leonardo alla sua famiglia, ma potrà evitare che accada di nuovo. Perché ciò che è accaduto non è solo un tragico incidente. È un simbolo doloroso dell’abbandono, dell’assenza di cura, della fragilità del tessuto civico.

E mentre la città si fermava, affranta, un altro fatto ha scosso l’opinione pubblica: il video postato dal neo consigliere provinciale Ciccio Foggia (già consigliere nella Città del Satiro) e dal vice sindaco Vito Bilardello. I due, intenti a festeggiare con sigaro, occhiali da sole e balli goffi, celebrano il risultato elettorale. Un momento che Bilardello definirà poi, scusandosi, di “incontrollata leggerezza”. Leggerezza. Una parola che pesa come un macigno. Perché c’è una leggerezza che fa parte della vita, quella del gioco, della giovinezza, dei sogni. E poi c’è quella che diventa colpa: la leggerezza delle scelte, delle omissioni, dei gesti fuori luogo. La leggerezza di chi dimentica, troppo spesso, cosa significhi ricoprire un ruolo pubblico. A prescindere dalla morte di un giovanissimo che comunque ci chiama ad una riflessione più profonda, che riguarda non solo i giovani e i social — facili capri espiatori — ma anche e soprattutto il contesto che li circonda. Un contesto in cui le istituzioni sembrano spesso distanti, distratte, intente a celebrare se stesse anziché ascoltare i bisogni, prevenire i rischi, proteggere i più fragili.

Le parole del vice sindaco mi ricordano il romanzo di Milan Kundera “L’insostenibile leggerezza dell’essere”. Il saggista cecoslovacco sosteneva che non abbiamo alcuna possibilità di capire se le nostre scelte siano giuste o sbagliate non potendole sperimentare prima di viverle e che, di conseguenza, è lecito prendere ogni decisione “alla leggera”. Ma alla lunga questa leggerezza, questa inconsistenza, questa frivolezza, risulterà pesante. Questa precarietà dell’esistenza umana scarica da responsabilità le scelte che quotidianamente compiamo rendendole insignificanti. Nessuno vuole vivere la pesantezza, soprattutto nella società di oggi, frenetica e ansiogena. Ma è proprio la riflessione sul senso dell’esistenza stessa che ci porta alla lunga a realizzare le cose migliori, dai rapporti umani al senso civico, dal lavoro ai… ruoli politici. “Subito all’inizio della Genesi è scritto che Dio creò l’uomo per affidargli il dominio sugli uccelli, i pesci e gli animali. Naturalmente la Genesi è stata redatta da un uomo, non da un cavallo”. M. K.

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