Caro Mik, leggevo ieri da qualche parte che una (non ben identificata) ricerca di una (non ben identificata) Università, ha scoperto che imprecare può ridurre la percezione del dolore fornendo un effetto analgesico misurabile fino al 33%. Insomma sembra che le bestemmie, dal momento che vengono elaborate contemporaneamente in diverse parti del cervello, risultino particolarmente efficaci, più di qualsiasi altra cosa, nel distogliere l’attenzione dal dolore e dal disagio. Beh, viene da dire, non fatelo sapere in giro, che se fosse davvero così, le strade si riempirebbero immediatamente di Cristi, Madonne e Tutti i Santi. Persino gli atei o gli agnostici comincerebbero a smadonnare, pur di riscattare il bonus: 3 al prezzo di 2. Non ora probabilmente, ma un giorno sarà il caso di approfondire l’argomento, non si sa mai…
Ammettiamolo, nemmeno l’inizio di questa settimana è stato un granché, nonostante si siano prodotte delle speranze per un cessate il fuoco fra Russia e Ucraina. E però, come ti dico sempre, così come dicevano gli stoici: bisogna fare di necessità virtù e, dal momento che non possiamo influire sulle cose esterne, bisogna allenarsi almeno a prendere ogni volta quello che viene, magari imparando a controllare le nostre emozioni. Funzionerà, dici? No! ovviamente, ma è quanto meno un diversivo al quotidiano fracasso infernale degli ultimi tempi. Ecco, permettiamoci una tregua, se non altro…
Nel buco di culo in cui sembra ci siamo cacciati ultimamente, proviamo almeno a trovare degli spunti positivi. Ad esempio, hai notato come questa recente sovraesposizione della politica estera in Tv, nei Social, fra i Media, abbia maturato un incredibile proliferare di opinioni, di opinionisti (dell’ultim’ora) e di insospettabili esperti di geopolitica? Ebbene, non ridere, ma io questa cosa la considero positiva. Sono ingenuo quando immagino che parlare e confrontarsi sui problemi del mondo, anche per le persone abituate (ahimè) a non guardare più in là del loro ombelico, possa essere uno stimolo al miglioramento e alla conoscenza tout court? Dopotutto, cos’è il mondo se non una enorme narrazione, in evoluzione, con innumerevoli capitoli?
Certo, come diceva qualcuno, tutti hanno il diritto ad avere un’opinione ma tutti abbiamo il dovere di averla informata. Giusto. Per quanto bisogna sempre mettersi d’accordo, e non è facile, su cosa sia la “buona informazione”. No, non ti allarmare ora, per carità! prometto di risparmiarti il pistolotto: non sarà questa l’occasione per approfondire il concetto.
Ma al netto della cattiva informazione, delle fake news, delle narrazioni tossiche e delle innumerevoli declinazioni dei complottisti, è mia convinzione che più si allarga il confronto nel dibattito pubblico, più abbiamo chances di imboccare la via giusta. O se preferisci, quella meno sbagliata. Se non altro per il calcolo delle probabilità.
Ti pare una posizione ingenua, vero? Conosco il tuo sorrisino ironico, a commento del tuo innato pessimismo, che condivido in genere per larghe linee, ma solo fino ad un certo punto. Non so, nonostante ammetta di trovarmi spesso spaesato in questo mondo sempre più folle ed incomprensibile, a differenza del tuo scetticismo, mi riservo sempre una via di fuga. La mattina, non potrei alzarmi dal letto senza crederci almeno un po’. Per quanto proprio questo, a volte, non mi impedisce dall’ abboccare all’amo.
Ieri un mio amico che vive a Londra, grande appassionato di Intelligence e Geopolitica mi ha girato un rapporto: si tratta dell’analisi di un agente dell’Intelligence, Malcom Nance, veterano, ex militare USA e non per ultimo autore di un saggio di grande successo con il suo The Plot to Hack America (dai un’occhiata su Wikipedia). Ovviamente mr. Nance, manco a dirlo, alle ultime elezioni americane si è speso attivamente dalla parte democratica, appoggiando Kamala Harris. In breve: nel rapporto Malcom Nance sostiene che gli Usa stiano valutando fattivamente la “possibilità” di un’annessione del Canada, oltre che della più volte minacciata Groenlandia. Anzi, la seconda è propedeutica alla prima. In questo scenario agghiacciante, è previsto ovviamente, l’uso della forza, con operazioni di guerra a bassa e alta intensità. Dai pure un’occhiata sulle piattaforme online su cui è pubblicata l’informativa che sta suscitando un vivo dibattito: “Trump is planning to invade Greenland and Canada”. Il testo in inglese risulta scorrevole: il tizio ha una chiarezza espositiva notevole, così consequenziale che sembra quasi un romanzo di fantapolitica, che so.. un libro di Tom Clancy. Ora, Malcom Nance non è proprio uno sconosciuto e nemmeno uno sprovveduto. È evidente. Dall’altro lato, certo, quello che abbiamo visto in questi due mesi alla Casa Bianca ci dovrebbe convincere dell’estrema inettitudine di Trump & co., con il comico tiremmolla dei dazi (e mazzi), il disastroso crollo della borsa degli ultimi giorni, le prime liti interne fra i ministri “seri” (segretari, come li chiamano loro) che si sono rotti le balle del “raccomandato” Elon Musk, si fa davvero fatica a credere che stiano per attuare un programma che preveda la distruzione di uno dei più stretti alleati degli Usa. Niente di tutto ciò sembra lontanamente credibile, giusto? Eppure perché, a conti fatti, con l’aria che tira, questa narrazione appare abbastanza verosimile ?
Stamattina leggevo di un celebre economista francese, Jacques Attali, un tempo consigliere speciale nientedimeno che di Mitterand, buonanima, che analizzava i comportamenti di Hitler e di Trump, facendo un po’ di parallelismi inquietanti.
Che dire, Trump non sarà Hitler probabilmente (e questo lo speriamo tutti) ma è comunque la peggiore sciagura che poteva capitare al mondo dai tempi del terzo Reich. Ci si può solo augurare che la Democrazia Americana (pesi e contrappesi) abbia gli anticorpi per prevenire una “dittatura”.
Ma se le cose dovessero mettersi male magari … adesso sappiamo almeno a che Santo votarci: una bella bestemmia “curativa” e passa la paura. Mentre altri chissà, di corrente diversa, più puritani e tradizionalisti probabilmente, opteranno per attaccarsi a più saggi gesti apotropaici. Chi vivrà vedrà. Stammi bene.