Fondata nel gennaio del 2003, l’A.s.d. Fighter Taekwondo Sicilia, società sportiva di Mazara del Vallo, ha festeggiato i 22 anni di attività. E lo ha fatto in grande stile, conquistando quattro ori, un argento e un bronzo al torneo di Giugliano, in Campania. “Si trattava di una gara Cadetti – precisa il maestro Gaspare Russo –, ragazzi che rappresentano le nuove leve della nostra società. Abbiamo atleti di alto livello, diversi campioni italiani. La nostra media è di due o tre campioni italiani ogni anno. Un risultato eccezionale, ma ce lo potevamo aspettare”. “La nostra società sportiva esiste da 22 anni, la gestisco con mia moglie, Maria Cutugno. Entrambi proveniamo da due società sportive storiche della Sicilia, siamo figli d’arte. Inoltre stiamo trasmettendo la nostra passione anche alle nostre figlie: Chiara è campionessa italiana in carica ed è stata anche ai raduni nazionali l’estate scorsa. Erika, la piccola, è stata campionessa italiana nel 2023 e speriamo ci sia una riconferma. Inoltre l’anno scorso Pietro Vassallo è stato in Nazionale, ha partecipato all’Europeo e ha vinto il titolo italiano”.
E dal 2009 a oggi la società ha portato a casa ben 60 medaglie ai campionati italiani, 13 ori, 23 argenti e 24 bronzi. Nel 2013, i Fighter si sono laureati campioni d’Italia nelle categorie Juniores. Nel 2018, Erika Russo ha conquistato il bronzo europeo, l’anno dopo l’argento. Fino ai successi più recenti: nel 2023 tre medaglie d’oro (Erika Russo, Pietro Vassallo e Filippo Mirasolo), cinque argenti e un bronzo ai campionati italiani. E proprio grazie al medagliere del 2023, la società è campione d’Italia nelle categorie cadetti femminili cinture rosse e 4° classificati nelle categorie seniores maschile cinture rosse. “Tra il 2023 e il 2024 – prosegue Russo – abbiamo vinto diversi titoli italiani più diverse medaglie d’argento”. E infatti anche l’anno scorso sono arrivati altri successi: medaglie d’oro per Chiara Russo e Leonard Rando Mazarino, due argenti e otto bronzi ai campionati italiani. Inoltre l’atleta Pietro Vassallo ha vinto le selezioni per la squadra nazionale nella categoria -59 juniores e ha partecipato all’Europeo a Tallin in Estonia; Chiara Russo è stata convocata ai raduni Nazionali nella categoria juniores – 44kg e Giovanni Pernice ha vinto il bronzo a Tirana in Albania nella categoria – 55 kg.
“Credo che il taekwondo a Mazara – spiega ancora Gaspare Russo – sia lo sport più seguito dopo il calcio, grazie al lavoro della mia società sportiva e di tutte le altre società mazaresi. La mia conta la media di 100-120 tesserati all’anno, dall’età di 4 anni fino ai seniores, adulti. L’anno scorso grazie alla FITA abbiamo avviato un progetto over 60: un gruppo di anziani hanno praticato il taekwondo due volte a settimana, la mattina. C’era anche gente di quasi 80 anni che frequentava”.
E il movimento sembra in continua crescita: “Oltre al combattimento, ci dedichiamo anche al settore forme e freestyle. Ci sono due fratellini, Ilary e Christian Quinci, che hanno avuto risultati a livello nazionale. Il taekwondo è lo sport per tutti, per gli agonisti e anche per i praticanti amatoriali, gente che ha voglia di imparare una disciplina. È uno sport da combattimento, ma noi proveniamo da un’arte marziale, questo vuol dire rispetto per il compagno, per il maestro e per le regole. Il mio motto è creare uomini e donne che si comportano bene, che sanno stare in mezzo alla società. Poi se esce fuori il campioncino è meglio. A volte arrivano bimbi molto vivaci o iperattivi. Noi cerchiamo di insegnargli il rispetto e farli stare più calmi. Invece al contrario, i ragazzini più timidi sono aiutati da questo sport perché ti dà autostima, una caratteristica fondamentale del taekwondo”. La disciplina, però, è anche una questione di famiglia, lo dimostrano i risultati ottenuti dalle figlie di Gaspare e Maria, ovvero Chiara ed Erika: “Le nostre figlie, una di 16 e una di 13 anni, si può dire che sono nate in palestra. Mia moglie insegna, io insegno. Loro fin da piccole ci hanno seguito nelle gare e durante le lezioni. Abbiamo provato a indirizzarle per correttezza verso altri sport, ma non c’è stato verso, volevano praticare il taekwondo. Secondo me – conclude Russo – questa cosa l’abbiamo nel DNA”.