La variante al Piano Regolatore Generale di Valderice fa discutere. Tra evidenti anomalie procedurali, accoglimento – in corso di elaborazione della variante – delle richieste avanzate da singoli cittadini e previsioni di aumenti volumetrici sproporzionati, il capo dell’opposizione al Consiglio comunale, Massimo Di Gregorio, denuncia scelte poco trasparenti e prive di visione strategica. “La variante al PRG adottata non tiene conto delle reali esigenze del territorio e sembra cucita su misura per pochi, senza un reale coinvolgimento della comunità,” accusa il consigliere, puntando il dito contro l’Amministrazione comunale che non ha seguito, con la dovuta attenzione, il lavoro del tecnico incaricato che ha disatteso numerose direttive fornite dal Consiglio comunale.
Consigliere Di Gregorio, lei ha sollevato molte critiche riguardo la variante al PRG. Quali sono le sue principali perplessità?
La nostra denuncia si basa su fatti concreti. Durante l’elaborazione della variante al PRG sono state inviate circa 150 richieste di cittadini riguardanti modifiche urbanistiche specifiche. Queste note, impropriamente definite “osservazioni”, sono state accolte o rigettate senza alcuna motivazione chiara e senza rispettare le procedure previste dalla legge regionale n°71/78 che in nessun articolo della Legge prevede si possa fare ciò. Questo ha creato una palese disparità di trattamento fra i cittadini e solleva dubbi sulla trasparenza delle scelte adottate.
A cosa si riferisce quando parla di “disparità di trattamento”?
Si tratta di una pratica anomala e ingiustificabile. Le circa 150 richieste di cittadini, inviate dal Sindaco al progettista, sono state in buona parte accettate dal medesimo in modo discrezionale, senza alcuna motivazione formale basata sulle norme vigenti. Prima si è fissata, arbitrariamente, una scadenza per l’invio delle note, poi si è riaperta la possibilità di presentarle senza indicare alcun arco temporale certo. Inoltre, pare evidente che molte di queste note siano state redatte seguendo un format standard, il che lascia pensare a dei suggeritori che hanno agito fregandosene della disparità di trattamento che tale pratica determinava fra i valdericini. Un metodo anomalo e ‘opaco’ che è nostro dovere comprendere com’è nato e quali erano e sono gli obiettivi che si prefiggono coloro che hanno pensato che era possibile agire in violazione della Legge regionale n°71/78 vigente per le procedure relative ai Piani Regolatori Generali. Faccio un solo esempio. In assenza di uno studio specifico sul fabbisogno in termini di ricettività, che avrebbe determinato le reali e necessarie esigenze di sviluppo alberghiero di Valderice, sono state previste in sovrabbondanza zone per insediamenti turistico- ricettivi. La logica: “facciamo ciò che ci pare”, ha portato addirittura a indicare intere particelle a favore di un grande insediamento turistico ricettivo, vicino ad aree in cui, per le pericolose attività in essere, è prevista una fascia di rispetto nel Piano di Protezione civile. O ancora, si rendono possibili insediamenti di nuove strutture artigianali nella zona costiera, per esempio al Villaggio Annamaria, dove invece era opportuno – a beneficio di quel tratto di costa – prevedere la possibilità di realizzare strutture alberghiere, nel rispetto delle volumetrie esistenti, in modo da incentivare la conversione dei vecchi opifici. Noi siamo a favore degli insediamenti alberghieri e turistico ricettivi ma, per come era successo nella precedente redazione del PRG con lo studio del Professor Purpura, non si è voluto tenere conto di chi in scienza e coscienza ti indirizza sulle probabili migliori scelte di sviluppo, ma si è voluto essere supponenti o ancora peggio accondiscendenti verso le “desiderata” di pochi, anche se a scapito di tutti gli altri.
Oltre alle presunte irregolarità procedurali, ritiene che la variante al PRG sia inadeguata per il territorio?
Assolutamente sì. È uno strumento urbanistico completamente scollegato dalla realtà e dalle caratteristiche architettoniche, paesistiche e storiche di Valderice. Già 2000 anni fa Asinnio Nicomaco Giuliano, proconsole romano scelse Valderice per costruire la sua domus romana a Sant’Andrea. Noi siamo un paese di villeggiatura e di villeggianti, non abbiamo necessità di avere palazzine di cinque piani, fino a 15,50 metri di altezza, su oltre il 20% del territorio valdericino. Invece la variante prevede un’espansione urbanistica, di fatto, per un fabbisogno abitativo fino a 35 mila abitanti. Si tratta di un sovradimensionamento privo di senso, che non considera le reali esigenze della comunità. Come è inaccettabile permettere attività edificatorie stupenda Pineta insistente sulla collina di San Barnaba, vicino ai resti vincolati di chiese del 1200 e nel Parco suburbano di Misericordia. Inoltre, non è stato previsto alcun Piano parcheggi e manca una vera Zona Industriale, indispensabile per rilanciare l’economia del territorio. Così come sono state completamente ignorate le indicazioni del Piano di protezione civile, nelle tavole non vi è, ad esempio, alcuna indicazione delle aree di ammassamento in caso di calamità naturali. Così come non vengono indicate le aree soggette a movimenti franosi, la più eclatante quella sulla strada Valderice-Erice da dove parte la cronoscalata Monte Erice.
Secondo lei, come avrebbe dovuto agire l’Amministrazione comunale?
L’Amministrazione avrebbe dovuto garantire massima trasparenza e a tempo debito avvisare e coinvolgere tutti i cittadini, le parti sociali, le associazioni di categoria e gli ordini professionali, per poi affidarsi a specifici studi prospettici sulle migliori politiche di crescita ed evoluzioni delle realtà imprenditoriali esistenti o incipienti nel nostro territorio. Non c’è traccia, ne ricordo invece, di procedimenti di evidenza pubblica per raccogliere le proposte, in un arco temporale definito, mettendo tutti i cittadini nelle condizioni di dire la loro.
Quali saranno i prossimi passi dell’opposizione?
Continueremo a sottolineare questa inusuale procedura amministrativa, chiedendo che venga fatta chiarezza. Non possiamo accettare che un’occasione così importante venga sprecata. Valderice merita uno sviluppo urbanistico sostenibile e armonioso. Recupero del patrimonio edilizio esistente e rigenerazione urbana prima di tutto. Si trova, invece, a fare i conti con previsioni calate in maniera spregiudicata e caotica destinate a fallire. In più, ribadisco, senza tenere conto della maggior parte delle indicazioni del Consiglio comunale precedente che, all’unanimità, ha fornito gli indirizzi indispensabili per redigere la variante urbanistica indicando la Valderice del futuro.
L’onorevole Safina ha recentemente presentato un’interrogazione all’ARS chiedendo chiarezza sulla procedura adottata relativa alla variante al PRG di Valderice. Qual è la sua opinione in merito?
Abbiamo accolto con favore l’iniziativa dell’Onorevole Safina, perché è fondamentale fare luce su una variante che presenta evidenti criticità procedurali e sostanziali e sono contento che altri 11 deputati regionali abbiano fatto loro l’istanza ispettiva. L’interrogazione al Governo regionale rappresenta un segnale importante per richiamare l’attenzione dell’Assessorato regionale Territorio ed Ambiente su una questione che riguarda il futuro del nostro territorio. A metà del mese di febbraio organizzeremo un incontro pubblico coinvolgendo la cittadinanza e un Urbanista di provata esperienza, per spiegare ulteriormente le 28 osservazioni che abbiamo presentato e le nostre preoccupazioni sul livello di credibilità della variante al PRG adottata. Come ribadiremo un concetto fondamentale: la pianificazione urbanistica deve essere fatta in modo trasparente, nel rispetto delle norme vigenti e orientata, in termini di sviluppo, all’interesse delle famiglie valdericine con uno strumento che possa arrivare a creare economie attualmente distolte, che arrivino a creare posti di lavoro, perché il lavoro si crea, non si promette. La nostra battaglia mira a garantire una Valderice più equa e sostenibile. La Valderice dei valdericini che vogliono sempre più essere una vera comunità