La Pira e i sindaci di oggi

redazione

La Pira e i sindaci di oggi

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mercoledì 11 Dicembre 2024 - 07:22

C’era una volta un sindaco. Aveva un difetto, difendeva la gente dalle assurdità della vita. Mi direte che sono passati oltre sessant’anni da allora e che quel modo di fare il sindaco non sarebbe più possibile. E io invece vi dico che Giorgio La Pira oggi difenderebbe la sua comunità da leggi ingiuste. In questo mondo, quello del pareggio di bilancio, quello del divieto di disavanzo, i comuni devono fare tutto da soli, soprattutto finanziare i servizi che offrono ai cittadini con le tasse comunali. Accade però spesso che qui da noi le famiglie non dispongono di salari robusti e a volte, spesse volte, nemmeno di salario. Quindi i servizi vengono finanziati attingendo ad altre risorse. Da qualche anno però i sindaci del territorio, Trapani e Marsala in testa, hanno deciso di usare il pugno duro, sbarazzandosi del problema e affidando la riscossione dei tributi locali ad aziende specializzate, del Nord, che stanno facendo strame di imprese ma soprattutto di famiglie e di persone. Il recupero forzoso del credito comunale avviene con metodi che definire da psicopatici, grazie a norme che lo consentono (e qui vorrei sentire La Pira se solo fosse vivo), è francamente riduttivo.

Senza alcun rispetto per la persona, del suo status di soggetto che vive la sua realtà sociale, fatta spesso di difficoltà a conciliare tutte le necessità quotidiane, queste società di riscossione avviano procedure, non sempre del tutto legittime e questo posso affermarlo per la professione che svolgo, a tappeto per incassare le tasse comunali. Ed ecco che accade in contemporanea il pignoramento della pensione alla signora anziana che ha difficoltà di deambulazione, il pignoramento dell’automobile a chi deve recarsi al lavoro (famiglia monoreddito con ragazzini) e accompagnare i figli a scuola, pignoramento del mezzo, unico bene aggredibile di una famiglia di disoccupati, il pignoramento del conto corrente su cui viene canalizzato lo stipendio o la pensione oppure procedure a pioggia, mobiliari ed immobiliari nei confronti di aziende già in crisi ma che mantengono i livelli già scadenti dell’occupazione nelle nostre zone, sostanzialmente mettendole in ginocchio.

Già, l’occupazione nelle nostre zone. Un mantra delle multinazionali, per giustificare l’intassabilità dei propri profitti nei paesi dove operano, è che migliorano la fiscalità indiretta. Sapete cos’è la fiscalità indiretta? È quel meccanismo per cui queste imprese creano lavoro, il lavoro genera salari su cui lo Stato poi locupleta le imposte. Lo so, state ridendo, eppure è ciò che accade. Ma torniamo a La Pira. Credete che avrebbe accettato di vedere pignorata la pensione di una donna anziana o l’autovettura di una famiglia che non dispone di nulla e la cui sussistenza è garantita da umili lavori saltuari? Però ci sono le leggi, direte voi e diranno i sindaci, che prevedono, anzi impongono tutto ciò. Anche le leggi razziali erano leggi, vi risponderò io. E ricordo la frase di un insigne giurista: niente quanto una legge ingiusta infanga, calpesta e mortifica la dignità di un uomo. Però viviamo tempi in cui i problemi della povera gente non interessano più a nessuno, né alla politica né, figurarsi, alle élite culturali di questo Paese. E a pensarci meglio, forse Giorgio La Pira non è mai esistito.

[ Vincenzo Scontrino ]

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