La revoca parziale del finanziamento PNRR per il sottopasso ferroviario di Trapani, che prevede un collegamento sotterraneo tra via Marsala e via Virgilio, continua a sollevare un intenso dibattito politico. L’opera, inizialmente finanziata per 12,5 milioni di euro, mira a sopprimere tre passaggi a livello cittadini e a migliorare la mobilità urbana. Ma le divergenze sui ritardi e sulla gestione dei fondi hanno infiammato il confronto tra le principali forze politiche. Il sottopasso ferroviario, lungo oltre 100 metri, è parte integrante del piano di Rete Ferroviaria Italiana (RFI) per riqualificare l’infrastruttura ferroviaria della Sicilia occidentale.
L’intervento include l’eliminazione dei passaggi a livello che rallentano il traffico cittadino e costituiscono un ostacolo alla fluidità della mobilità urbana. L’opera si inserisce in un più ampio progetto di modernizzazione, che comprende anche il ripristino e l’elettrificazione della linea ferroviaria Palermo-Trapani via Milo, oltre alla riqualificazione delle stazioni di Trapani e Marsala. A febbraio, i lavori erano stati affidati a Cosedil S.p.A., con la progettazione esecutiva a cura del Raggruppamento temporaneo d’imprese Pat Srl e Seteget Srl. Tuttavia, i ritardi accumulati nei lavori hanno fatto scattare la revoca di una quota dei fondi PNRR destinati al progetto. A lanciare l’allarme è stato il deputato regionale di Fratelli d’Italia, Giuseppe Bica. “I ritardi non garantivano più il rispetto delle tempistiche previste per il completamento dell’opera”, ha dichiarato, auspicando che il definanziamento possa diventare l’occasione per ripensare la strategia ferroviaria della città. Bica ha anche accusato l’amministrazione comunale di Trapani di favorire iniziative che sacrificano il verde cittadino.
Non si è fatta attendere la replica del deputato PD Dario Safina, che ha bollato le affermazioni di Bica come “disinformazione strategica”. Safina ha assicurato che l’opera non è a rischio, precisando che il definanziamento riguarda solo 5 milioni su un totale di 221 milioni di euro previsti per l’intero progetto, e che tali fondi saranno coperti con altre risorse. “L’opera andrà avanti e migliorerà la mobilità e la sostenibilità urbana. È intollerabile che si faccia allarmismo per guadagnare consensi politici”, ha dichiarato Safina. A rincarare la dose è intervenuta Cristina Ciminnisi, deputata regionale del Movimento 5 Stelle, che ha ricordato come la revoca fosse già nota da mesi. Ciminnisi ha criticato il ritardo con cui Bica e FdI si sarebbero attivati, accusandoli di inseguire battaglie tardive e di aver ignorato il lavoro del M5S per fermare un progetto che il Movimento definisce “inutile e dannoso”. La deputata ha sollecitato l’assessore regionale Aricò, anch’egli di Fratelli d’Italia, a bloccare definitivamente l’opera.
A fare chiarezza sui finanziamenti è intervenuto l’ingegnere Filippo Palazzo, commissario di Stato per Ferrovie Italiane, che ha spiegato: “Il definanziamento riguarda solo una piccola parte del progetto, pari a circa 5,2 milioni di euro, che saranno coperti da altre fonti. L’opera, comprensiva sia del sottopasso che del ripristino della Palermo-Trapani via Milo, si realizzerà certamente. In caso di mancato accordo con l’impresa attuale, ci sarà un nuovo committente”. Il dibattito si inserisce in un contesto di divisioni politiche profonde e contrapposizioni sul futuro infrastrutturale di Trapani. Da un lato, il centrodestra e il Movimento 5 Stelle invocano un ripensamento del progetto; dall’altro, il Partito Democratico difende l’opera come strategica per la città. In mezzo, resta il destino di un’infrastruttura attesa da anni e i dubbi della cittadinanza sul suo impatto concreto.