Tra i 54.000 partecipanti alla Maratona di New York, il più grande evento sportivo al mondo, c’erano anche quattro marsalesi: Vincenzo Frazzitta, Tiziana Agate, Ignazio Ingianni e Daniele Marino. Per loro, questa sfida non ha rappresentato solo una prova atletica, ma un’occasione di crescita personale ed emotiva. “La nostra partecipazione non nasce da esperienze sportive pregresse – racconta Vincenzo Frazzitta -. Io e Tiziana Agate ci siamo iscritti alla maratona come parte del percorso formativo del MICAP (Master Internazionale in Coaching ad Alte Prestazioni), un master di crescita personale che prevede, tra le varie sfide, anche quella di correre e completare la Maratona di New York. A noi si sono aggiunti Ignazio e Daniele”.
Il MICAP è un programma di studi altamente professionale che si rivolge a chi desidera diventare un coach o formatore specializzato in leadership, negoziazioni complesse e marketing strategico automatizzato. Tra gli obiettivi del MICAP, vi è quello di aiutare i partecipanti a superare i propri limiti attraverso una serie di prove impegnative, fisiche e mentali. La partecipazione alla Maratona di New York è una delle sfide richieste per ottenere la certificazione di Real Result Coach, insieme ad altre prove. “Seguiti da un team del Micap, ci siamo preparati per un anno intero per affrontare l’impegnativo percorso di 42 chilometri, che attraversa luoghi iconici di New York – chiarisce il marsalese -. È stata un’esperienza intensa e trasformativa, che ha messo alla prova non solo il corpo, ma anche la mente e lo spirito”. Grazie alla partecipazione al MICAP, Frazzitta e Agate hanno potuto affrontare questa sfida con una preparazione strutturata, dimostrando come la maratona non sia solo una gara di resistenza fisica, ma un viaggio di crescita personale e auto-sfida.
Frazzitta e i suoi compagni di viaggio vogliono dare un messaggio soprattutto ai loro concittadini e a tutti coloro che vogliono mettere alla prova se stessi: “Il fatto straordinario della Maratona di New York è che una città intera è in festa e ti sostiene fino al traguardo; metà percorso lo fai con le tue gambe, l’altra metà con il pubblico che ti incita. Sentire gridare il proprio nome è emotivamente incredibile e quando ti mettono la medaglia al collo il pubblico ti celebra ed è felice per te. E’ lì che ritrovi l’energia pura”.
A New York la preparazione alla Maratona inizia molto presto, con lo smistamento degli atleti per le varie categorie. “La particolarità è che gli abiti che indossavano i partecipanti, felpe, giubbotti, pantaloni guanti, ecc., li lasciavano prima della partenza; poi i volontari li raccoglievano per donarli ai senzatetto. Questa è un’iniziativa incredibilmente civica, bellissima – conclude Frazzitta -. E poi, entrare al Museo Moderno MoMa con la medaglia al collo con ticket gratuito ti fa capire lo spirito con cui la città ti accoglie, per non dire delle decine di newyorkesi che ti fermano per strada dicendoti ‘congratulation’ e ‘thanks’”.