Due morti al Sud a causa del morso di un ragno violino: quanto può essere pericoloso?

redazione

Due morti al Sud a causa del morso di un ragno violino: quanto può essere pericoloso?

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domenica 18 Agosto 2024 - 16:25

Quest’estate si contano già due morti al sud per il morso di un ragno violino. La prima vittima a luglio, un carabiniere di 52 anni del servizio scorte del Tribunale di Palermo, deceduto all’ospedale Cervello di Palermo. La seconda tragedia è avvenuta a Bari: un ragazzo di 23 anni, Giuseppe Russo, è morto ieri nel reparto di rianimazione del Policlinico cittadino per le complicazioni dovute al morso di un ragno violino che lo ha punto alla gamba destra lo scorso 13 luglio a Collepasso, in provincia di Lecce, mentre faceva pulizie in una campagna per conto della ditta per cui lavorava. Prima ancora, nel 2015 e nel 2017, si sono contate due morti attribuite a morsi del ragno violino ma successivamente è stato stabilito che a causare i decessi furono gravi patologie pregresse nei due soggetti. Le notizie in ogni caso destano preoccupazione.

Ma quanto può essere pericoloso un ragno violino? Si chiama Loxosceles rufescens ed è un ragno piuttosto piccolo, che non supera i 9 mm di corpo e che può raggiungere al massimo i 4-5 cm con le zampe; le femmine hanno il corpo leggermente più grande dei maschi, i quali hanno, per contro, le zampe un po’ più lunghe. È di aspetto poco appariscente, di colore marrone-giallastro piuttosto uniforme, fatta eccezione per una macchia sul prosoma che ricorda vagamente la sagoma di un violino, col “manico” che si estende verso l’addome, da cui deriva il suo nome comune. Le zampe sono lunghe, disposte lateralmente. Una peculiarità di questo ragno è inoltre quella di avere sei occhi, anziché otto come la maggioranza dei ragni, disposti in modo caratteristico in tre coppie. Si tratta di una specie notturna, che caccia liberamente senza l’ausilio di una ragnatela; tesse solo pochi fili disordinati negli stretti anfratti che usa come rifugi, dai quali comunque non si allontana mai eccessivamente. Ha abitudini notturne, durante il giorno sta generalmente rintanato nelle fessure dei muri, dietro a quadri, infissi, mobili, battiscopa o materiale accumulato in angoli poco frequentati della casa, quindi gli incontri con l’uomo sono rari. 

È un ragno molto timido e poco aggressivo, che predilige la fuga ove possibile; le morsicature sono più probabili nel caso in cui si rifugiasse all’interno di scarpe o vestiti e venisse inavvertitamente schiacciato. Il morso è indolore nell’immediato e i sintomi compaiono anche diverse ore dopo; in due terzi dei casi il ragno infligge un morso a secco o comunque inietta una bassa quantità di veleno, causando solo moderato indolenzimento e arrossamento locale, che passa da solo in poco tempo senza ulteriori complicazioni. Invece in circa un caso su tre il ragno inietta la sua citotossina che, specialmente in soggetti deboli o debilitati, può causare loxoscelismo, ossia la formazione prima di un edema e poi di un’ulcera necrotica più o meno estesa che può perdurare anche alcuni mesi prima di guarire. In caso di morso accertato è sempre opportuno avere il parere di un Centro Antiveleni. Se possibile è meglio conservare e/o fotografare l’animale che vi ha morso, anche “schiacciato”, per avere una sicura identificazione e poter agire nella maniera più opportuna.

Ci sono dei sintomi. Nelle ore successive il morso può causare prurito, bruciore e formicolii, e in base ai sintomi un Centro antiveleni può prescrivere una terapia antibiotica per via orale. Problemi più gravi si hanno quando, dopo almeno 48 ore, la lesione peggiora e i tessuti attorno vanno in necrosi. Può succedere perché il veleno del ragno violino è citotossico, ciò ha un effetto di disgregazione dei tessuti, e perché il morso può trasmettere anche dei batteri che possono peggiorare la situazione. Se capita bisogna andare in Pronto soccorso e far contattare un Centro antiveleni. Come spiegano gli specialisti “… l’evoluzione da semplice morso a loxoscelismo necrotico è molto rara e solo meno dell’1% di questi casi evolve a loxoscelismo sistemico”. Quest’ultima condizione è quella più grave e provoca sintomi simili a quelli di un’influenza. Sempre il Centro antiveleni di Pavia dice che “il peggioramento della lesione e le eventuali complicanze dipendono da patologie preesistenti della persona colpita” come il diabete o disturbi del sistema immunitario.

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