Oggi ripassando dal nostro “fortino” mi sono soffermato a ricordare quando da piccoli ci andavamo a giocare. Entravamo dentro con quella strana sensazione di fare qualcosa di sbagliato, di proibito.
Poi qualche decina di metri sulla spiaggia è un tuffo in acqua.
Oggi bisogna andarci a nuoto. L’erosione della costa lo ha portato ad essere un isolotto a 30 metri dalla spiaggia. La sensazione di sbagliato e di proibito mi è tornata prepotente. Questa volta però ciò che penso sia sbagliato è il nostro immobilismo, il non sapere realizzare opere a salvaguardia della nostra costa, del nostro territorio, del nostro futuro.
Parliamo tanto di ambiente, di valorizzazione, di tutela, di eliminare attività come il Kite che invece contribuiscono a mantenere sano e vivo il nostro territorio. Non sappiamo però guardare al futuro con uno sguardo più vasto, rivolto al futuro. Sembra quasi che le opere di modificazione del nostro territorio siano da non fare mai perché invasive. Abbiamo questa strana visione iperdrammatica delle opere ingegneristiche e architettoniche, una concezione stressante ed ingannevole e aspettiamo che la natura e l’incuria distruggano quello che con fatica abbiamo costruito negli anni. Dimentichiamo esempi virtuosi di luoghi lontani e vicini che hanno risolto il problema dell’erosione costiera creando un valore aggiunto per le città costiere. In Olanda i primi polder hanno recuperato costa dal mare attraverso un sistema di barriere poste sul mare atte a prosciugare un tratto di costa e creare parchi.
Un po’ come con fatica abbiamo fatto noi sul lungomare dopo il porto. Adesso l’amministrazione sta provando a realizzare un parco su queste coste recuperate valorizzando il water front. Ci abbiamo lavorato tanto e per tanti anni, dai tempi di mio padre e di amministratori visionari. Dobbiamo riuscirci ed esserne contenti.


Anche in Sicilia ci sono esempi interessanti di recupero costiero, penso a Donnalucata, vicino a Marina di Ragusa dove sono state create bellissime insenature diventate spiagge o attività a servizio del mare.
I frangiflutti del lungomare vanno continuati in un’ottica che si spinge nel futuro a venti anni da adesso. Ottimo il parco sul water front, ma dobbiamo continuare.
Su queste opere e su altre come la demolizione delle strutture abusive sulla costa, abbiamo il dovere di concentrarci per rendere la nostra città veramente rivolta sul mare e con un rapporto sano. Abbiamo una delle coste più belle della Sicilia e dobbiamo migliorarla non abbandonarla, dobbiamo come dico sempre fare regole chiare, inculcare civiltà nelle nostre menti, e non aver paura di realizzare opere architettoniche di grande rilevanza, e non concentrarci sul demonizzare opere e attività che sfruttano sostenibilmente il nostro territorio salvaguardandolo (penso al Kite surf allo Stagnone). L’Europa può darci una grande mano adesso con i fondi del PNNR ed il momento è quello giusto. Non possiamo perderlo.
Ho trovato una foto del fortino antica (ma non troppo, io lo ricordo ancora più dentro nella spiaggia) fatta da Paolo Di Girolamo che ringrazio, confrontatela con la foto di ieri, magari proverete il mio stesso disagio.
Di seguito, invece, qualche foto dei polder olandesi che con i loro mulini a vento ricordano tanto il nostro paesaggio e un’immagine di Marina di Ragusa che ho visitato con invidia da poco.


