“A Fridda” è la storia di Punta Longa. Ne parliamo con la curatrice, Fulvia Bernacca

Antonella Genna

“A Fridda” è la storia di Punta Longa. Ne parliamo con la curatrice, Fulvia Bernacca

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sabato 13 Luglio 2024 - 17:58

Nasce dall’associazione Borgo Marinaro Punta Longa, il corto “A Fridda” che racconta la vita di Punta longa oggi, piccolo angolo di Sicilia e delle Egadi, dedito al mare e alla pesca. Con fotografia, riprese e montaggio a cura di Fulvia Bernacca, alla sua prima opera video di maggiore durata, il corto è stato voluto in risposta ai difficili momenti della pandemia che impedivano di organizzare la tradizionale festa di settembre. Per esserci, per non fermarsi. Tra tutti i possibili autori, è stata scelta proprio Fulvia Bernacca che si è lanciata in quest’avventura con grande curiosità e sentimento, frutto di un legame già in essere con l’isola. Ne è emerso un corto con una bellissima fotografia che, nel raccontare la vita del borgo, con le sue barche, i pescatori, i driver, i velisti, ha finito per trasformarsi in un’operazione antropologica che fissa nella memoria collettiva un momento storico preciso: quello di un mondo e di un’attività quasi sul punto di scomparire. Dall’associazione Punta Longa, che ha finanziato direttamente la produzione, una sola richiesta: vivere a Favignana durante l’inverno così da conoscerne gli aspetti più intimi, lontano della frenesia estiva. Essere lì quando piove, fa freddo o c’è nebbia, con gli anziani che giocano a carte e che raccontano storie.

Fulvia, cosa ha pensato quando le hanno proposto questo progetto?

Che sarebbe stato bellissimo e che l’avrei voluto fare. Conosco Favignana da quando avevo 15 anni grazie ad una mia amica che aveva casa lì. È stato il mio primo approccio alla Sicilia. Negli anni sono sempre tornata, ma d’estate. C’è sempre stato un amore grande. Quando mi hanno chiesto la disponibilità a seguire questo progetto, l’ho vissuto come un grande onore. L’ho immaginata subito come un’esperienza bellissima che si sposava benissimo con i temi che mi sono cari e che affronto nei mei lavori. Mi ha permesso di conoscere tante persone e vivere un’esperienza molto particolare: trascorrere l’inverno a Favignana.

Che è esperienza è stata?

Meravigliosa. Lavoravo con dei ritmi stupendi, legati alla natura. Era il 2021, il periodo del secondo lockdown. Non conoscendo bene l’isola, facevo fatica a distinguere le chiusure legate alla pandemia da quelle normali durante la stagione invernale. Chi va durante l’inverno acquista una visione dell’isola diversa.

Come si è approcciata a questo lavoro?

Era la mia prima esperienza con un documento video un po’ più lungo quindi è stata anche un’occasione per mettermi alla prova. Non sapevo bene come avrei iniziato. L’idea era di raccontare la vita del borgo durante l’inverno. Il punto di partenza dunque era stare lì, conoscere le persone che lo vivono e i loro ritmi.

Com’è stato il rapporto con gli abitanti ovvero con i protagonisti del corto?

Nonostante fosse un progetto voluto da loro e nonostante mi avessero introdotto e presentato, inizialmente gli anziani del borgo non capivano esattamente perché fossi lì e quale fosse il senso di questo lavoro. Ero una donna, piena di attrezzature e macchine fotografiche, che si interessava a quello che per loro è normale quotidianità da una vita intera. C’è voluto un po’ di tempo per entrare in confidenza.

E poi?

Una volta che hanno capito che mi fermavo con loro durante l’inverno, hanno cominciato a sentirsi capiti e mi hanno accettato. Se qualche volta capitava che stavo un paio di giorni senza andare, perché magari lavoravo in post produzione, mi chiamavano. Ormai avevamo un appuntamento fisso. A Punta Longa è così: ci si incontra ogni giorno. È una grande famiglia.

Cosa l’ha colpita di più?

Sono rimasta affascinata da tutte le storie che ho ascoltato. Ma soprattutto mi porto dietro i ritmi lenti delle giornate, i silenzi, i suoni. Anche il non fare niente. Ritmi a cui non siamo più abituati.

Perché guardare “A Fridda”?

È la storia di Punta Longa e delle persone che la abitano quotidianamente, che vanno lì ogni giorno da anni. È uno spaccato di vita abbastanza ordinario che diventa straordinario nel nostro mondo moderno.

Che rapporto c’è con il Pigneto Film Festival?

A Fridda sarà riproiettato, insieme ad altri corti, in occasione della festa di Punta Longa che si svolgerà il 6 e 7 settembre. Nella serata del 6 settembre è previsto un evento in collaborazione con il Pigneto Film Festival di Roma durante il quale sarà presentata una selezione di corti provenienti da vari festival, tutti legati al tema del mare. Sarà un nuovo esperimento che porteremo a Favignana.

Altri progetti in corso?

L’associazione ha lanciato una raccolta fondi per sostenere un progetto per la salvaguardia ambientale. Abbiamo deciso di distribuire delle vaschette per i pescatori che possono essere riutilizzate più volte. Una prima parte del progetto è sostenuta economicamente dall’Area Marina Protetta, ma i fondi che raccoglieremo serviranno per acquistare altre cassette da distribuire in tutte le tre isole.

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