Oggi è uno degli alimenti di più largo consumo, immancabile protagonista delle dispense, delle cene veloci, dei piatti freddi e di golosità culinarie di vario tipo: possiamo tranquillamente dire che il tonno in scatola fa parte delle scelte alimentari di molti. Un elemento talmente presente nelle case degli italiani da risultare quasi un dato di fatto.
Ma quando è nato il tonno in scatola? E chi lo ha inventato? Ebbene, la storia della nostra cara lattina di tonno s’intreccia con l’epopea dei Florio, grazie alla lungimiranza imprenditoriale di Vincenzo Florio e di suo figlio Ignazio, sempre pronti cogliere le evoluzioni della società, il mercato e le mode per trarne il massimo profitto.
Se la lattina di tonno è così come la conosciamo oggi lo dobbiamo proprio a loro.
Alla base delle loro idea c’era l’invenzione di Nicolas Appert, maestro pasticcere e cuoco francese che nel 1809 trovò il modo per sterilizzare e conservare ermeticamente i cibi: il suo sistema si basava sull’uso di bottiglie sigillate ermeticamente che venivano messe a bollire dopo essere state riempite del proprio contenuto.
L’anno successivo Peter Durand brevettò il metodo di Appert utilizzando però delle lattine di metallo e, nel 1812, l’ingegnere Bryan Donkin acquistò il brevetto che gli permise di aprire la prima fabbrica di lattine di conserve in Inghilterra usando barattoli di ferro rivestiti di stagno per proteggere i cibi.
Il tonno è un alimento consumato fin dall’antichità ed esistono numerose testimonianze del fatto che venisse conservato sotto sale e trasportato all’interno di anfore. Al tonno sott’olio si accenna già nella cucina sivigliana del XV secolo. Ciò però non sempre garantiva la conservazione per lunghi periodi, senza considerare che il trasporto era complesso.
I Florio perfezionarono il processo aggiungendo un metodo per sterilizzare le scatole metalliche.
A partire dall’intuizione iniziale, iniziarono a studiare e verificarne il funzionamento fino ad avere la conferma che il nuovo sistema non solo rendeva più semplice il trasporto, ma soprattutto permetteva di mantenerne inalterate le caratteristiche per lungo tempo, conferendogli al tempo stesso morbidezza e piacevolezza al palato.
Il ciclo produttivo era degno di una moderna industria: il tonno pescato veniva portato all’interno della tonnara dove veniva tagliato a pezzi e cotto grazie alla presenza di 24 grandi caldaie. Dopo essersi asciugato all’interno di appositi magazzini ben ventilati veniva portato nei locali per il confezionamento dove gli operai lo distribuivano in latte dotate dell’apertura a chiave che noi oggi conosciamo bene.
La lattina di tonno sott’olio con l’apertura a chiave venne presentata dai Florio all’Esposizione Universale che si tenne a Palermo dal novembre 1891 al 5 giugno 1892, di cui i Leoni di Sicilia furono grandi protagonisti.