La Città di Marsala come è noto, ha lasciato il Distretto Turistico Sicilia Occidentale, che sta crescendo e diventando Destination Management Organization come tutte le altre realtà siciliane, al fine di valorizzare i territori della Provincia di Trapani e i suoi prodotti, in Italia e all’estero. Polemiche si sono inevitabilmente aperte come voragini, tra chi è pro e chi è contro. Mentre questo pomeriggio il Consiglio comunale lilybetano ritornerà in Aula alle 26.30 con 35 punti all’ordine del giorno, tra cui proprio la decisione di ratificare o meno l’uscita dal Distretto del Comune guidato da Massimo Grillo, lo stesso primo cittadino, giorni fa aveva ribadito la posizione netta contro il Distretto. “Nell’ambito della promozione turistica del territorio abbiamo deciso di deliberare l’uscita del comune di Marsala dal Distretto Turistico – come hanno affermato Grillo e il suo assessore Salvatore Agate -. In questi anni, a fronte delle ingenti somme versate dai comuni della provincia, abbiamo in più occasione segnalato una mancanza di risultati tangibili dell’azione del Distretto. Nonostante i nostri ripetuti tentativi di avviare una discussione con i vertici del Distretto siamo stati costretti a confrontarci con un muro di silenzio”.
Secondo gli amministratori marsalesi la città ha ereditato un debito di 183.000 euro perché le somme allora stanziate dal Consiglio comunale per il Distretto Turistico furono “distratte” ad altre finalità. C’è chi, come l’AST, Associazione Strutture Turistiche marsalesi, sarebbe un tornare indietro di almeno 10 anni: “Quando il distretto va nelle fiere internazionali e nazionali a noi non costa nulla partecipare e ci va con il padiglione della Regione Sicilia di circa 1000 m² che tante volte è il più bello e prestigioso di tutta la fiera”. Altri invece, come l’Associazione delle Locazioni Turistiche guidata da Fabio Alba, si dice favorevole all’uscita dal Distretto: “Fare parte del Distretto Turistico ha creato ulteriore confusione sul posizionamento di Marsala sul mercato delle destinazioni turistiche. Negli ultimi anni abbiamo assistito a errori di comunicazione”, aveva fatto sapere Alba facendo riferimento, ad esempio, al fatto di confondere le saline di Marsala con quelle di Trapani e Paceco (un caso per tutti la vicenda del grande marchio Nutella-Ferrero). Quello che conta, invece, è creare il brand Marsala da lanciare nel mondo.
Ieri però, è giunta la replica, dura, del Distretto Turistico, presieduto da Rosalia D’Alì. “Una decisione non certo inaspettata ma che lascia molte perplessità in ordine alle accuse che vengono mosse all’attività che il Distretto ha compiuto in questi anni. Le critiche appaiono pretestuose quando non diffamatorie”, si afferma nella nota. Il Distretto quindi ribadisce che non ci sono state decisioni “a scatola chiusa” e che il Comune di Marsala si è dimostrato “intransigente” senza avere la “volontà di dialogare”. Inoltre i bilanci del Distretto sono “trasparenti, puntuali e pubblici con azioni intraprese anche a beneficio dei territori come Marsala dove gli operatori privati continuano a partecipare con entusiasmo”.
“La richiesta di una governance “esterna”, può anche essere legittima ma così come posta appare solo pretestuosa. È provato dai fatti che mai sono stati fatti gli interessi del Comune di Trapani o di qualsiasi altro territorio e che al contrario si è ragionato nella logica del lavoro di squadra. Inoltre la recente decisione di affidare ad un consulente esperto come Bruno Bertero, manager e direttore generale della DMO Langhe, Monferrato e Roero e le strategie di trasformazione della DMO in DMC vanno proprio nella precisa direzione “tecnica” di avviare un ulteriore percorso di rilancio”, si legge ancora nella nota del DTSO. “Si rimane molto perplessi – scrivono infine – anche sui rilievi che a dire dell’Amministrazione marsalese sarebbero emersi dalla relazione della Corte dei Conti, datata gennaio 2022 che riguarda il Comune di Trapani e mai giunta al Distretto. Nella relazione vengono rimarcati alcuni passaggi quasi irrilevanti, con l’intento solo di screditare l’operato del Distretto Turistico”.