La nave romana resterà a Marsala. Cristina Ciminnisi: “Non si vuole valorizzare il territorio di Misiliscemi”

redazione

La nave romana resterà a Marsala. Cristina Ciminnisi: “Non si vuole valorizzare il territorio di Misiliscemi”

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martedì 23 Gennaio 2024 - 17:52

Il governo regionale conferma la collocazione al Museo Baglio Anselmi di Marsala dell’ultima nave romana rinvenuto al largo delle coste di Marausa. Una decisione rispetto a cui la deputata regionale Cristina Ciminnisi manifesta il proprio disappunto, definendo deludente la risposta fornita alla sua interrogazione da parte dell’assessore ai beni culturali Francesco Paolo Scarpinato. Lo scorso luglio la parlamentare pentastellata aveva chiesto se vi fossero ipotesi e progetti di musealizzazione della nave oneraria romana di Marausa nei luoghi in cui è stato recuperato il relitto (il cosiddetto relitto Marausa 2).

«Avevo chiesto – spiega Ciminnisi ricordando il senso della interrogazione –che la nave romana rimanesse a Marausa. Purtroppo dalla risposta dell’Assessore Scarpinato emerge che questo governo di centro destra non ha intenzione di valorizzare la legittima aspirazione del nostro territorio a fare della nostra storia un valore aggiunto e, insieme, un’opportunità di sviluppo turistico e culturale che potrebbe giovare in maniera dirompente alla nostra economia locale ed anche all’intero patrimonio culturale regionale, a partire proprio da Marausa e dal Comune di Misiliscemi».

Cristina Ciminnisi

«La delusione per la risposta è profondasottolinea Ciminnisi –: apprendiamo che l’assessorato ai Beni Culturali nei fatti ha già deciso. Speravamo, invece, che l’interrogazione stimolasse l’assessore, e il Governo Regionale, nel mostrare attenzione verso la comunità di Misiliscemi e a prenderne in considerazione l’aspirazione a collocare nel proprio territorio questo secondo relitto. Sarebbe stato un riconoscimento, non ristretto alla comunità scientifica, di come nell’antichità Marausa fosse un approdo strategico, al centro delle relazioni commerciali tra la Sicilia e l’Africa d’epoca tardo Romana».

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