Stupro di gruppo a Palermo, Anselmi (La Casa di Venere): “Problema culturale, le leggi non bastano”

redazione

Stupro di gruppo a Palermo, Anselmi (La Casa di Venere): “Problema culturale, le leggi non bastano”

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mercoledì 23 Agosto 2023 - 12:56

Il Centro Antiviolenza di Marsala, La Casa di Venere, interviene sullo stupro di gruppo avvenuto nelle scorse settimane a Palermo. “Ci ritroviamo ancora una volta a parlare di donne che vengono stuprate, di corpi di donne mercificati e usati dagli uomini per sentirsi più machi e per confermare la loro supremazia”, afferma l’avvocata Roberta Anselmi, legale del Centro Antiviolenza. La professionista marsalese esprime tutta la sua solidarietà alla giovane vittima della violenza affermando: “Se i fatti sono così come riportati dalle testate giornalistiche, unica fonte al momento disponibile, è evidente che in questa vicenda abbiamo perso tutti e tutte: istituzioni, avvocati, magistrati, forze dell’ordine, insegnanti, genitori, psicologi, medici…Abbiamo perso perchè oggi la nostra società non conosce la violenza di genere e di conseguenza non la sa riconoscere e non la sa individuare, veicolando stereotipi di genere che – ahinoi – portiamo avanti per inerzia, in maniera spesso inconsapevole, veicolando sempre lo stesso clichè, che è quello della scarpetta di cristallo che può essere risolutiva per la salvezza della donna”.

Roberta Anselmi sottolinea, inoltre, che non si tratta di un fenomeno che riguarda solo l’Italia, ma di “un vero dramma mondiale, che va al di là dei confini di spazio e di tempo, dove tutti noi siamo convinti che le donne vengano da Venere e gli uomini da Marte”, con il risultato che si continua “ad orbitare in una società patriarcale, al maschile e maschilista”.

La professionista marsalese aggiunge poi: “Se i fatti riportati dai giornali troveranno riscontro anche nella verità processuale sono certa che i magistrati preposti sapranno applicare le pene congrue e proporzionate, dando il giusto volto alla violenza di genere nel rispetto dei diritti di tutti e tutte”. Tuttavia, Roberta Anselmi evidenzia anche che “non sarà certo la castrazione chimica o l’aumento della custodia cautelare in carcere (in questi giorni proposte, rispettivamente, dalla Lega e dal presidente della Regione Schifani) a salvarci dalla violenza sulle donne: la legge da sola non basta e lo ha dimostrato l’esistenza di un codice rosso blindatissimo. Non c’è una ricetta perfetta per il contrasto alla violenza di genere. Io credo invece che ognuno di noi debba fare la propria parte, partendo da un dato certo: la violenza contro le donne è un problema culturale e fino a quando non muteremo le nostre condotte riconoscendo e superando gli stereotipi di genere, continueremo a parlare di stupri, femminicidi e maltrattamenti in famiglia, di uomini che si sentono in diritto di limitare la libertà di autodeterminazione della donna e a classificarla nell’ambito delle fasce deboli, di sentenze sessiste”.

“Esprimo tutto il mio rammarico per la vicenda accaduta e tutta la mia solidarietà e vicinanza alla giovane donna che ha avuto il coraggio di denunciare, ed alla quale come Centro antiviolenza saremo vicine, costituendoci parte civile nel processo”.

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