Cuffaro ‘Non giudicatemi per i lapsus’. Ma il suo “I’m a drink” è virale

redazione

Cuffaro ‘Non giudicatemi per i lapsus’. Ma il suo “I’m a drink” è virale

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domenica 04 Giugno 2023 - 10:15

Totò Cuffaro utilizza l’autoironia per rilanciare il suo messaggio politico.

E ricorda: “Il clamore mediatico suscitato dal lapsus sulla celeberrima frase del mai abbastanza ricordato Martin Luther King”.

Proprio per citare quest’ultimo, storpiandolo, il segretario nazionale della Democrazia Cristiana aveva detto, in un’intervista, “I’m a drink” (al posto di “I have a dream”). Gaffe in tv che è diventata virale rimbalzando sui social e i programmi televisivi. La citazione è arrivata anche da Luciana Littizzetto che domenica, nell’ultima puntata di “Che tempo che fa” su Rai3, ha ironizzato sul “Io sono un drink”. E meno male, ha detto Littizzetto, che non ha attribuito la frase “Martin Luther Burger King”.

Cuffaro incassa e rilancia con aplomb di tradizione democristiana. “Su tale lapsus mi è capitato di inciampare, complici un inglese malfermo, che neanche a scuola è mai stato il mio forte, e un accento agrigentino del quale francamente sono sempre andato fiero – dice Cuffaro – ma evidentemente ce n’è abbastanza per fare storcere il naso ai tanti frequentatori del web che, forse, immaginano l’impegno politico come l’esercizio di un circolo riservato alla frequentazione di elite illuminate. Il fatto è che in questa sardonica corrente mediatica, dalla quale mi tocca essere trascinato, manca qualcosa che, a mio avviso, ha molto a che fare, invece, con la politica. Sintetizzerei questo qualcosa con due parole intimamente connesse tra loro: popolo e ideale”.

Puntualizza poi: “Se qualcosa salvo del mio impegno politico passato, seppure a prezzo di non pochi errori, e rivendico umilmente, ma convintamente, nel presente, attraverso l’attuale esperienza alla guida della Dc – aggiunge Cuffaro – è proprio di considerare il popolo come l’unico e reale protagonista dell’orizzonte politico. E un popolo è tenuto insieme da ideali. Quindi più che per la capacità di non fare lapsus, credo sia ben più utile, anzi necessario, essere giudicati, sia fuori che dentro le urne, per la continua capacità di ascolto di questo soggetto popolare”. (ANSA).

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