Non scordiamoci le stragi

Gaspare De Blasi

Io la penso così

Non scordiamoci le stragi

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martedì 04 Aprile 2023 - 07:26

Trapani e il trapanese sono una “terra di misteri”. Lo ha raccontato in una intervista concessa al quotidiano la Repubblica il Procuratore capo, Gaetano Paci, in occasione dell’anniversario della strage di Pizzolungo avvenuta il 2 aprile 1985.

Sarà stato il fine settimana o forse perché si tende a dimenticare, a parte qualche ricordo stampa, della strage non ha parlato quasi nessuno e siamo convinti che più passerà il tempo più questo drammatico episodio precipiterà nel dimenticatoio, e anche lì sarà in buona compagnia, tra stragi e delitti più o meno eccellenti. Ne parliamo noi. Siamo nessuno, ma vorremmo ricordare che questo è uno dei pochi episodi di mafia dove il superstite c’è e parla. Il magistrato Carlo Palermo, scampato all’attentato del 1985, ha ricordato che, per la strage di Pizzolugo “la mafia è stata solo il braccio operativo, cosa c’è dietro è sotto gli occhi di tutti: massoneria, Servizi, Gladio e Nato”.

Ma ritorniamo a Gaetano Paci che dice “…oggi per fortuna Trapani è cambiata, ma molti di quei misteri sembrano ancora impenetrabili”. Uno riguarda la strage di Pizzolungo, avvenuta 38 anni di fa. Cosa nostra organizzò un attentato per uccidere il giudice Carlo Palermo, e invece l’autobomba travolse Barbara Rizzo e i suoi gemellini di sei anni, Giuseppe e Salvatore Asta.

E’ la più misteriosa di tutte le stragi eseguite da Cosa nostra: Carlo Palermo era appena arrivato a Trapani, venne sfrattato dalla base di Birgi ed andò ad abitare in una zona isolata, una villetta a Bonagia dove i mafiosi avrebbero potuto ucciderlo senza problemi. Invece Riina volle un gesto eclatante per colpire quel magistrato che a Trento aveva indagato su droga, traffici d’armi e sulle connessioni fra mafia, politica e servizi deviati”. Certo a leggerla così non sembra che Cosa nostra abbia sbagliato di poco la mira, voleva fare molto rumore e ci riuscì. Oggi sarebbe ripetibile a Trapani o nella provincia una cosa del genere? Ma! Tutti speriamo di no. Ma facciamo tesoro di quanto il procuratore di Trapani afferma nella chiusura della sua intervista: “Restano gravi problemi: ad esempio, non ho trovato nessun processo per usura. Ben strano in un periodo di crisi economica. Restano poche anche le denunce per estorsione. C’è ancora diffidenza verso le istituzioni. Non è un caso che Messina Denaro abbia scelto di stare qui”.

Aveva scelto signor procuratore. Adesso sta altrove e ci rimarrà, per molto tempo ancora. Voi intanto vigilate che altri non prendano il suo posto e noi cerchiamo di non dimenticare.

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