HUBout, a Palermo la visual art sperimentale e emozionale

Claudia Marchetti

HUBout, a Palermo la visual art sperimentale e emozionale

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lunedì 13 Febbraio 2023 - 16:48

Vi raccontiamo una realtà culturale presente in Sicilia Occidentale: HUBout.

“L’immagine si fa corpo, è strumento di chi vuole controllare politicamente le masse”. Questa indagine profonda la compie il progetto HUBout, un “corpo scenico-istallativo” o meglio un luogo, non solo fisico ma soprattutto ‘migrante’, metaforico e metafisico, che ha conosciuto l’underground europeo e italiano, per approdare nel capoluogo siciliano.

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HUBout è un ‘percorso’ che annulla tempo e spazio, dove la musica è il veicolo per abbandonare il corpo con l’unico fine di godere della visione, ne ha fatto anche una temporanea base, ai Giudici di Palermo, per sperimentare la tecnica emozionale della mutazione del corpo e della fusione fra tecnologia e uomo, “un’angosciante contaminazione” come Giuseppe Pitti, definisce il “suo” HUBout.

Lo spettatore, nel corso degli eventi ai Giudici, si è ritrovato catapultato in un “nuovo mondo”, una finzione, oltre i confini della realtà. 

Il concetto di “sistema gelatinoso” del mondo televisivo, sperimentato alla fine degli anni ’80, con programmi come Schegge prima e Blob dopo, nato inizialmente per ‘colmare i vuoti’, è diventata una vera e propria cultura o sottocultura. 

La costruzione delle immagini visive che accompagna gli eventi musicali variegati di HUBout, dalla techno ai dj set alla musica reggae, vuole far riflettere sui rischi legati alla sempre più forte intromissione della televisione nell’esistenza umana: lo spettatore si trova ad impattare con forti risposte per i propri occhi, volte a creare emozioni, a colpire, altresì a inquietare.

Per fare ciò vengono usati supporti documentaristici, i cosiddetti “spezzoni” Rai, le teche, che poi vengono montati ad hoc e proiettati. Lo scenario intorno spesso utilizza, per suggestionare, dei manichini. E l’uomo da soggetto si fa oggetto.

HUBout ha girato le piazze e le città, ha ‘invaso’ negli anni i monumenti storici di Berlino, Bologna, Roma, con proiezioni di parti di documentari Rai volte a raccontare le città stesse, le loro mutazioni attraverso la storia. 

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Come ci dicono i fondatori di HUBout, “… a tessere le maglie della narrazione un percorso che ci porterà dalla prima sperimentazione sul suono – avvenuta presso il laboratorio fondato da Maderna e Berio, che fu attivo dalla seconda metà degli anni ‘50 alla fine degli anni ‘70, all’interno dei centri di produzione RAI di Milano – fino alla scena dei World Traveller: Spiral Tribe, Mutoid ma non dimenticando la locale scena Raver, culminata nell’esperienza dell’ASK, ultima realtà autogestita nel territorio palermitano. Passaggio obbligato e obbligatorio, non solo storicamente, sarà quello dalla scena Clubbing, che dagli anni ‘90 si imponeva in tutto il territorio nazionale”.

HUBout oggi vuole cresce, spotarsi, perchè no, nell’editoria, nella produzione musicale e audiovisiva. 

A breve tornerà con nuovi eventi a Palermo.

Trovate HUBout su Instagram. 

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