Mazara: contenzioso col Comune per Tari non pagata, accolto il ricorso di un dipendente

redazione

Mazara: contenzioso col Comune per Tari non pagata, accolto il ricorso di un dipendente

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lunedì 30 Gennaio 2023 - 00:30

Con sentenza emessa il 5 dicembre scorso, pubblicata il 25 gennaio 2023, la seconda sezione del Tribunale Amministrativo Regionale per la Sicilia ha accolto il ricorso proposto dal mazarese Alberto Giacalone, difeso dagli avvocati Antonio Mariano Consentino e Fabrizio Rizzo, contro il Comune di Mazara in persona del sindaco pro tempore.

La sentenza ha annullato per silenzio-rifiuto formatosi sull’istanza di accesso presentata dal ricorrente il 6 giugno 2022, ordinando all’Ente soccombente di esibire e rilasciare entro trenta giorni copia di tutti i documenti richiesti.

Il Tar Sicilia ha altresì condannato il Comune di Mazara del Vallo al pagamento delle spese legali.

Questa la vicenda: il Comune di Mazara aveva formalmente richiesto al proprio dipendente Alberto Giacalone il pagamento di euro 3.183,00, in ragion di un presunto suo debito relativo agli avvisi di accertamento TARI per gli anni 2012-2017, informando nel contempo Giacalone che in mancanza del pagamento avrebbe portato in compensazione detto importo con il credito di lavoro dello stesso.

Giacalone, per il tramite dei propri difensori avvocati, presentava al Comune un’istanza di accesso agli atti per ottenere il rilascio di documentazione onde verificare la reale sussistenza del credito preteso dall’Ente, l’effettiva ricorrenza dei presupposti della procedura di compensazione prospettata dall’Amministrazione medesima, oltre a copia degli avvisi di accertamento TARI per gli anni 2012, 2013, 2014, 2015, 2016 e 2017, comprensivi delle relative notifiche e degli atti interruttivi della prescrizione.

Il Comune ometteva di evadere la richiesta di accesso agli atti nel termine perentorio di trenta giorni e si formava, pertanto, il cosiddetto silenzio-rigetto, ossia il rifiuto a consentire l’accesso agli atti da parte di Alberto Giacalone.

Da qui, stante la ritenuta illegittimità del comportamento assunto dal Comune, Alberto Giacalone, adiva il Tribunale Amministrativo Regionale per la Sicilia che riteneva come l’Amministrazione comunale non avesse addotto l’esistenza di situazioni ostative al rilascio degli atti con riferimento alla segretezza dei documenti o ad esigenze di riservatezza in capo a eventuali controinteressati, idonee a prevalere sulle esigenze difensive manifestate dal Giacalone, cosicchè all’esito del procedimento i Giudici amministrativi rendevano piena giustizia alle ragioni del dipendente comunale.

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