Presentato un esposto alla Procura di Trapani sull’incidente aereo avvenuto il 13 dicembre nelle campagne di Misiliscemi (Trapani) e costato la vita al capitano dell’Aeronautica militare, il pilota Fabio Antonio Altruda. I familiari, lo scorso 31 dicembre, tramite l’avvocato Fabio Sammartano, hanno presentato l’esposto perché ritengono che “la causa dell’incidente sia da imputare ad una importante avaria del velivolo dovuta a omessa o cattiva manutenzione”.
Artruda era partito dall’aeroporto militare di Birgi per una missione operativa finalizzata a scortare un aereo americano. Infatti si legge nel l’esposto l’aereo era “equipaggiato con armamenti”. Il procuratore Paci e il sostituto Belvisi indagano per omicidio e disastro colposo. I familiari chiedono che le informazioni contenute nelle “scatole nere” non siano raccolte ed elaborate dall’amministrazione militare”.
Il pilota tornava dall’aeroporto militare di Istrana (Treviso) insieme ad un altro Eurofiughet che lo precedeva. “I due militari – ricostruisce l’esposto – all’esito di quella missione avevano pranzato ed anche riposato presso i locali dell’aeroporto di Istrana, riprendendo il volo di ritorno alle ore 16.50 circa della medesima giornata per rientrare all’aeroporto di Trapani – comunicando in costante contatto radio tra loro – e così regolarmente fino al momento della sciagura”. Il compagno di volo di Altruda, il maggiore pilota Andrea Maida che pilotava l’altro Eurofighter, ha riferito che “il disastro è avvenuto subito dopo aver lui stesso constatato visivamente che il capitano pilota Altruda – ormai giunto in prossimità all’aeroporto di Trapani – aveva regolarmente aperto i carrelli del velivolo in preparazione dell’atterraggio allorquando però improvvisamente precipitava al suolo”. L’esposto – scrivono i genitori e il fratello del capitano Altruda – “dovrà essere ben considerato anche in relazione al potenziale (ma non astratto) conflitto d’interesse che si palesa sussistere tra le esigenze dell’Amministrazione militare e le esigenze investigative di codesta autorità giudiziaria – quest’ultime sempre volte all’accertamento della verità di quanto accaduto ma nel rispetto dei diritti delle persone danneggiate dal reato secondo i fondamentali principi costituzionali – al fine di poter scongiurare l’eventuale indebita conservazione delle informazioni raccolte ad esclusivo interesse e vantaggio della politica di sicurezza militare della forza armata”