Parificazione, la Corte dei Conti bacchetta la Regione Siciliana sul disavanzo e le riforme mancate

redazione

Parificazione, la Corte dei Conti bacchetta la Regione Siciliana sul disavanzo e le riforme mancate

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sabato 03 Dicembre 2022 - 17:21

Gravi difficoltà nell’adottare misure che incrementino gli investimenti associate allo stato di pre dissesto finanziario in cui si trovano molti Comuni con inevitabile ricadute sui servizi. Ma c’è anche un crescente problema demografico che vede un saldo migratorio sfavorevole a causa della crescente emigrazione giovanile. Non è certo un quadro incoraggiante per la Sicilia quello che esce dall’udienza sul giudizio di parificazione da parte della Corte dei Conti in merito all’esercizio finanziario 2022.

Dall’analisi effettuata dalla magistratura contabile è emersa la necessità di un miglior funzionamento della burocrazia siciliana, che dovrebbe crescere in termini di programmazione e capacità progettuale e gestionale. Per arrivare a questo obiettivo serve, però, una riforma nell’organizzazione della dirigenza pubblica.

Le Sezioni riunite della Corte dei conti per la Regione siciliana hanno in parte sospeso il giudizio sulla parifica del Rendiconto relativo all’esercizio finanziario del 2020, sollevando “con separata ordinanza la questione di legittimità costituzionale” riguardo alle modalità di ripianamento del disavanzo della Regione. Il nodo è quello della spalmatura decennale decisa da Palazzo d’Orleans in accordo con Palazzo Chigi. Secondo i giudici contabili una parte del disavanzo andava recuperato in tre esercizi finanziari perché l’intesa tra Palermo e Roma arrivò oltre il limite di 90 giorni previsto dalla norma di riferimento. All’appello, come contestato dalla Procura generale rappresentata da Maria Rachele Aronica, mancano “oltre 866 milioni di euro”, alla vigila della nuova manovra finanziaria che il governo Schifani, appena insediato, dovrà varare. Dichiarati “non regolari” lo stato patrimoniale e il conto economico, così come aveva chiesto la Procura generale, con diverse spese contestate. Il responso della Corte dei conti è stato letto nell’aula magna della Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Palermo dal presidente delle Sezioni riunite, Salvatore Pilato, al termine della camera di consiglio e dell’udienza pubblica per il giudizio di parificazione.

“Prendiamo atto del pronunciamento della Corte dei conti – ha spiegato l’assessore all’Economia del governo Schifani, Marco Falcone -. La questione di legittimità costituzionale viene sollevata soprattutto nei confronti di una norma nazionale, ecco perché dovremo interfacciarci con il governo nazionale, con il Mef e con il Parlamento nazionale per chiedere una norma interpretativa che dia ragione alla Regione Siciliana. Non ci sentiamo obbligati ad accantonare gli 866 milioni. La norma che faremo – ha concluso – metterà chiarezza e risolverà la questione del ripianamento del disavanzo. Puntiamo su due veicoli normativi: il decreto Aiuti ma anche la finanziaria nazionale”.

 “Il rinvio della parifica del bilancio della Regione del 2020 e le troppe criticità sollevate dai magistrati contabili rappresentano l’eloquente e pesantissimo giudizio della Corte dei conti sull’operato dell’esecutivo Musumeci, un governo fallimentare, la cui unica nota di rilievo è stata quella di togliere il disturbo con anticipo”. É questo il commento del capogruppo del M5s all’Ars Antonio De Luca al verdetto della magistratura contabile sui conti della Regione Siciliana. “É andata peggio delle peggiori previsioni – dice Antonio De Luca – ora, altro che Finanziaria approvata per tempo, qui si bloccano le spese per centinaia di milioni di euro per investimenti e le assunzioni nei centri per l’impiego e nell’amministrazione regionale. A fare le spese di tutto ciò saranno i siciliani. Schifani, piuttosto che rivendicare la continuità col governo Musumeci, dovrebbe vergognarsene e, soprattutto, provare a cambiare rotta rispetto al passato. Intanto ritiri le variazioni di bilancio e prepari l’esercizio provvisorio. La sollevazione della legittimità costituzionale per il ripiano di 2,2 miliardi spalmati in dieci anni operato dalla Regione costringe ora il governo a trovare in tempi brevissimi grossissime risorse che rischiano di penalizzare ulteriormente i siciliani – ancora De Luca -. Gravissimi ci appaiono pure i rilievi della Corte su diversi profili interpretativi, considerati scorretti, la difficoltà nel recupero del vecchio disavanzo e l’assenza di riforme strutturali evidenziati”. 

“Nella scorsa legislatura il Pd aveva più volte lanciato l’allarme, adesso i nodi vengono al pettine ed il responsabile ha un solo nome: il centrodestra, quello che era al governo della Regione ieri e che continua a governare anche oggi”. Lo dice Michele Catanzaro, capogruppo del Pd all’Ars, a proposito del dispositivo della Corte dei Conti che ha sospeso il giudizio di parifica del rendiconto della Regione per il 2020 intervenendo anche sul piano di rientro del disavanzo da 2,2 miliardi che la Regione aveva spalmato in dieci anni e che invece, secondo i giudici contabili, andava dilazionato in tre.

“Prima di annunciare strabilianti interventi da inserire nella prossima manovra regionale – aggiunge Catanzaro – il presidente Schifani dovrebbe spiegare come intende far fronte ai disastri finanziari causati dalla sua coalizione, dal momento che il governo attuale è in assoluta continuità con quello che era guidato da Musumeci”.

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