Militante di lungo corso del centrosinistra trapanese, reduce dall’esperienza da assessore con la Giunta Tranchida, l’avvocato Dario Safina è alla sua prima candidatura all’Ars con il Partito Democratico.
Che differenze nota tra questa campagna elettorale e quelle che ha vissuto in precedenza?
E’ una campagna elettorale ridotta nei tempi e difficile da leggere, tra le ferie di agosto e l’inizio della vendemmia, che hanno reso difficili le occasioni di incontro con le persone. Una campagna elettorale strana, perchè l’opportunismo la fa da padrone: abbiamo visto candidati annunciare la propria candidatura senza simboli di partito, altri che hanno cambiato in corso d’opera, altri ancora che alle regionali corrono con una lista e alle politiche con un’altra…Manca quel profilo di coerenza e sono queste le cose che allontanano maggiormente dalla politica. Poi ho notato una totale assenza di temi: le campagne elettorali servono a comunicare idee, progetti, aspirazioni…Non si è parlato di sanità, ambiente, scuola, energia, sostegno alle imprese. Di questi temi non c’è traccia sulle bacheche dei candidati per cui mi chiedo: su cosa si orientano gli elettori se tutto questo manca? Faccio un esempio: ho lanciato una proposta sull’aeroporto, ma non ho avuto risposta.
Che apporto può dare un deputato regionale per la crescita del territorio trapanese?
Trapani deve uscire dalla logica del campanilismo. Prendiamo la rete sanitaria: discutere in termini di campanile significa sfuggire al tema vero, che è quello di fare in modo che ai cittadini dell’intera provincia di Trapani venga garantito il diritto alla salute, che si assicurino i livelli minimi di assistenza negli ospedali, che si programmi lo sviluppo della medicina di emergenza a tutela degli operatori sanitari e dei cittadini. Potenziare la rete ospedaliera non significa che tutti dovranno fare tutto, ma razionalizzare ed efficientare. A Trapani deve al più presto essere attivata la radioteraria: non è possibile che si continui con i viaggi della speranza a Bagheria e oltre. Un altro tema è l’aeroporto: la discussione sul nome non interessa a nessuno, l’investimento va fatto sull’hub aeroportuale della Sicilia Occidentale che riunisca Trapani e Palermo per potenziare l’incoming. Poi c’è la questione della portualità: è chiaro che nel nuovo porto di Trapani la cantieristica e il diportismo non avranno grandissima capacità di espansione, allora Castellammare, San Vito e Marsala rivestiranno un ruolo fondamentale. Avere a cuore il territorio significa lavorare affinchè l’intera provincia cresca assieme. Un’altra battaglia riguarda l’istituzione del Parco del litorale trapanese e delle isole Egadi: la Regione Siciliana deve assolutamente farsene promotrice, in modo che si possa arrivare anche a quei fondi che il Ministero riconoscerà ai nuovi Parchi.
Ha fatto meglio Crocetta o Musumeci alla guida della Regione?
La gestione della sanità e della crisi durante il Covid è sotto gli occhi di tutti: gli aiuti sono stati inesistenti. E’ vero che sono arrivati i soldi per l’aeroporto, ma per ripianare i debiti, continua a mancare una visione. Sono aumentate anche le presenze turistiche, ma siamo comunque rimasti indietro rispetto alle altre regioni. Gli agricoltori sono rimasti ad aspettare i ristori, le misure assegnate agli artigiani si sono rivelate inadeguate. I desiderata del presidente e della sua Giunta si sono rivelati più importanti degli interessi del territorio. Dal governo Musumeci abbiamo avuto cinque anni di fuffa.
La competizione nella lista del Pd è molto equilibrata. Dal deputato eletto dipenderà il futuro del partito?
Il deputato non deve governare il partito, ma deve essere al suo servizio. Dovremo rendere la classe dirigente del Pd credibile ed appetibile agli occhi dei diversi territori, in modo che possa essere un punto di riferimento. Naturalmente, proverò a vincere. Ma anche se dovessi perdere continuerò a lavorare in questa direzione. E’ finita la stagione del Pd a immagine e somiglianza del deputato eletto: dobbiamo costruire partiti, non comitati elettorali.
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Avvertire il soggetto che la "provincia" non esiste più!
Parla di evitare il campanilismo e poi la sua attenzione sono: la radioterapia dell'ospedale di Tp, i porto di Tp, il fastidio per il cambio della denominazione dell'aeroporto... ecc...ecc...
Non intendeva provincia come ente ma come territorio...
Allora non è stato preciso sia sotto il profilo semantico che amministrativo… bastava dire “nel territorio della EX-provincia….”….rimangono le incongruenze e le contraddizioni di fondo…