I 30 anni di Airgest. Ombra: “Senza l’aeroporto questo territorio non sarebbe lo stesso”

redazione

I 30 anni di Airgest. Ombra: “Senza l’aeroporto questo territorio non sarebbe lo stesso”

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mercoledì 29 Giugno 2022 - 17:10

Un traguardo non banale, che consolida il rapporto tra l’aeroporto e il territorio. I 30 anni del “Vincenzo Florio” di Birgi sono stati celebrati, ieri mattina, alla presenza delle più alte autorità civili, militari e religiose, con la consapevolezza – evidenziata dal presidente di Airgest, Salvatore Ombra – che la provincia di Trapani “non potrebbe essere quello che è attualmente, senza la presenza di questo scalo”. Nel suo intervento iniziale, il manager marsalese ha ripercorso le principali tappe della storia di Airgest, dal 1992 ai giorni nostri, soffermandosi sul percorso di crescita dell’aeroporto, che proprio con Ombra ha vissuto le sue stagioni migliori, tra il 2006 e il 2012 (la concessione trentennale dello scalo, il boom di passeggeri legato all’arrivo di Ryanair) e negli ultimi anni. Eppure, in diverse occasioni il “Vincenzo Florio” ha rischiato di veder azzerare il proprio processo di crescita (nel 2011, con lo stop ai voli civili a causa della guerra in Libia; nel 2017, con l’interruzione dei rapporti con Ryanair; nel 2020, con il lockdown legato alla pandemia da Covid). Tuttavia la vision di Ombra e i finanziamenti del governi Musumeci, nell’ambito di un nuovo piano industriale, hanno consentito un nuovo rilancio, destinato a riportare lo scalo al milione di passeggeri entro fine 2022. “La lucida visione della proprietà, accompagnata dall’impegno costante del consiglio di amministrazione che mi onoro di presiedere e degli organi di controllo, ci consente oggi di festeggiare con rinnovato ottimismo questo trentennale”. Tutto ciò, senza dimenticare le incognite legate al conflitto russo-ucraino e ai suoi effetti sull’economia. “Numerose sfide si affacciano all’orizzonte – prosegue Ombra, guardando al futuro -, la necessità di riflettere sempre più sul tema dei sistemi aeroportuali o comunque della collaborazione tra infrastrutture e fra i territori a servizio di vaste aree di destinazione, come anche sul fronte della transizione ecologica”. La fase attuale, poi, potrebbe rivelarsi particolarmente favorevole per gli aeroporti regionali – come Birgi – nonostante la legislazione nazionale non ne abbia fin qui valorizzato le specificità, dimenticando i loro effetti positivi sull’economia del territorio, anche in termini occupazionali. In ragione di ciò, Ombra ha indicato, alla fine della propria relazione, la necessità di “un approccio manageriale e un costante coinvolgimenti delle istituzioni, degli enti locali e dei privati lungimiranti, come accadde 30 anni fa, con un unico obiettivo, quello di investire sul futuro […] di un territorio secondo a nessuno, baciato da tramonti e bellezze naturali di ineguagliabile suggestione”.

Dopo l’intervento di Ombra, c’è stato – come da programma – un talk show, condotto dal giornalista Nino Amadore, sul tema dei trasporti aerei. Il presidente di Enac Pierluigi Di Palma ha sottolineato come un aeroporto non sia solo business, perchè a contare non è soltanto il suo bilancio, ma la sua capacità di sviluppare e qualificare l’economia del territorio e la qualifica. Il presidente i Assaeroporti Carlo Borgomeo ha evidenziato come il legame tra sviluppo economico e presenza di uno scalo aeroportuale sia più visibile nelle piccole realtà, auspicando un maggiore investimento del governo in questo segmento. Il colonnello Moris Ghiadoni ha concentrato il suo intervento sui 30 anni di convivenza tra lo scalo militare di Birgi e quello civile, sottolineando come si tratti di “un esempio virtuoso”. Di intermodalità ha parlato l’assessore regionale alle infrastrutture Marco Falcone, con uno specifico riferimento ai progetti di modernizzazione delle strade e delle linee ferrate intorno agli aeroporti (la riattivazione della Trapani-Alcamo via Milo, l’ammodernamento della stazione di Birgi, la bretella Mazara-Marsala). Una panoramica sulla crescita turistica dell’isola è stata tracciata, invece, dall’assessore Manlio Messina. “Fino al 2019 il soggiorno medio dei turisti arrivava a 2,6 notti, adesso raggiunge 3,4 notti”, ha spiegato Messina, soffermandosi sulla strategia di aggressione al mercato portata avanti dal suo assessorato per potenziare il brand Sicilia anche durante la pandemia. “Ma anche il lavoro degli aeroporti è stato strategico per raggiungere questi risultati”, ha evidenziato l’assessore.

La mattinata si è chiusa con l’intervento del presidente della Regione, Nello Musumeci (di cui scriviamo a parte).

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