Si avvicinano le amministrative di primavera e le regionali d’autunno. Due appuntamenti importanti per la politica trapanese, che il Pd si appresta a vivere in un clima che appare più sereno rispetto al recente passato. L’area progressista punta a confermarsi ad Erice e Petrosino e guarda con attenzione anche all’elezione del primo sindaco di Misiliscemi. Ma dietro l’angolo ci sono le regionali (e nemmeno le politiche sono così lontane). Consapevole dell’importanza delle prossime scadenze, la presidente dell’assemblea provinciale del Pd, Valentina Villabuona, indica un percorso nel segno del rinnovamento, senza tralasciare l’opportunità di una sintesi tra le varie sensibilità presenti tra i democratici.
Da alcune settimane sembra tornata l’armonia all’interno del Pd trapanese. Come procede il lavoro con Venuti verso i prossimi appuntamenti elettorali?
Il Partito Democratico nonostante un congresso unitario ha vissuto una fase complicata di contrapposizione e sarebbe sciocco negarlo, ma è pur vero che queste cose succedono all’interno del Pd perché è ancora un partito vero, con organismi collegiali, congressi e aree, magari altrove non avviene ma non si eleggono nemmeno i segretari, normalmente vengono nominati a Roma. Tuttavia questa fase è stata ampiamente superata attraverso un confronto politico serio e schietto, a cui hanno contribuito tutte le sensibilità e che ci ha consentito di ritornando a quello schema unitario che avevamo auspicato ed immaginato, dove io e Venuti rappresentiamo la sintesi tra le aree. In questi mesi si è avviato un percorso importante, non solo elettorale, ma soprattutto di rinnovamento e apertura del Partito nel territorio che intendiamo proseguire anche attraverso le Agorà, che sono uno strumento importante di confronto per creare un campo largo dove il PD abbia un ruolo centrale. Sono molto soddisfatta che il percorso delle Agorà parta nella nostra provincia parlando di donne, in un territorio dove dal registro dei bambini mai nati, al paragone tra le donne che abortiscono e il medico di Auschwitz, all’eccesso di obiezione di coscienza negli ospedali, c’è molto da discutere e soprattutto ci sono diritti che vanno tutelati. Noi lo faremo aprendo un confronto con il mondo delle associazioni, con i medici, il sindacato e con il contributo anche di esponenti nazionali del Pd, ma soprattutto rimanendo un passo indietro e mettendoci in ascolto, che è quello che dovrebbe fare la politica se vuole davvero risolvere i problemi del territorio.
Partiamo dalle amministrative. Erice, Petrosino e Misiliscemi sono tre realtà molto diverse tra loro. Quale sarà l’apporto che darà il Pd in queste tre comunità?
Il metodo è sempre lo stesso e parte dall’autonomia dei Circoli che hanno il termometro del territorio e devono scegliere il percorso più adatto, chiaramente supportati dal livello provinciale ed eventualmente regionale. Sono amministrative certamente importanti, che vedono due uscenti del Pd, nel caso di Erice ci sarà la ricandidatura della Toscano e nel caso di Petrosino invece bisognerà creare un percorso nuovo, seppure in continuità con il lavoro svolto in questi anni. Misiliscemi è davvero una storia a parte, perché è un nuovo comune che nasce sulla spinta dei cittadini e delle cittadine delle frazioni di Trapani che hanno vissuto anni di abbandono e che andavano ascoltati. Credo che bisogna avere molto rispetto delle motivazioni che hanno portato questi cittadini ad avviare questo percorso e sarà interessante vedere quali saranno gli sviluppi elettorali.
A Trapani si voterà, invece, tra poco più di un anno. Si andrà verso un Tranchida bis?
Le amministrative di Trapani chiuderanno una tornata elettorale lunghissima che parte proprio con le comunali in primavera e passerà per le regionali e le politiche. Io credo che i sindaci uscenti hanno tutto il diritto di avanzare la propria ricandidatura, quindi, non mi stupirebbe assolutamente se si andasse verso un Tranchida bis, immagino che verrà avviata una riflessione da parte del Circolo di Trapani e che verrà sciolto questo nodo con serenità.
Marsala celebrerà il suo congresso comunale a fine aprile. Che tipo di segreteria vi aspettate per rilanciare un partito che ha perso la guida del Comune e persino la rappresentanza in Consiglio?
Purtroppo il Pd di Marsala non è riuscito a rialzarsi dopo una sconfitta elettorale molto pesante ed il congresso è lo strumento migliore per ripartire, ma non è certamente risolutivo se tutte e tutti gli iscritti non provano a fare un passo avanti. Io non ho aspettative e non voglio assolutamente influenzare il percorso che sta facendo il circolo, buon senso vorrebbe che si arrivasse ad una sintesi affinché tutti insieme riescano a ripartire, del resto essendo Marsala una città storicamente di sinistra, mi posso permettere di citare Berlinguer che ci ricordava come “ci si salva e si va avanti se si agisce insieme e non solo uno per uno”. Ecco il mio augurio è che i compagni e gli amici del circolo di Marsala tengano bene a mente questa frase.
Al di là della disponibilità palesata da Dario Safina, stanno emergendo diversi nomi sulla lista del Pd per le prossime regionali. E’ il tempo del rinnovamento o della tradizione?
Io credo che Dario Safina abbia fatto un gesto generoso, in cui ha sicuramente contribuito il clima di serenità che si respira nel Pd e che queste due cose insieme abbiano stimolato un dibattito che trovo molto positivo, perché quando ci sono tante disponibilità più o meno ufficiali vuol dire che il Partito gode di buona salute. Chiedere a chi vede nel riformismo un punto centrale dell’azione del Pd se sceglie tra rinnovamento o tradizione comporta una risposta ovvia. Tuttavia io non credo che il rinnovamento debba essere inteso soltanto nei nomi da proporre, ma credo che debba soprattutto essere di metodo e di contenuti. Assolutamente rinnovamento quindi, perché chi è dirigente di partito ha l’obbligo di avere una visione lunga e non limitata dalle scadenze elettorali.
Tra un anno si voterà anche per il rinnovo del Parlamento nazionale. Che tipo di ragionamento intendete portare avanti per dotare il territorio trapanese di un rappresentante dell’area progressista?
Prima di capire il ragionamento da fare, dovremmo aprire una discussione su cosa si intenda per area progressista e probabilmente avremmo difficoltà a trovare due opinioni concordanti. Certamente conterà molto capire con quale legge elettorale ci si misurerà e peserà molto anche il taglio dei parlamentari che purtroppo penalizzerà soprattutto le piccole province, come succede spesso quando si fanno riforme che guardano più al consenso che ad esigenze reali. Io più alla strategia da mettere in campo, penso al parlamentare che vorrei, non è un problema di residenza ma di presenza sul territorio e di capacità di rappresentarlo e di risolverne i problemi, poi se il Partito Democratico fosse in grado di esprimere una parlamentare o un parlamentare trapanese, sarebbe certamente importante. Penso però che le elezioni sono tutte legate tra di loro e che si apre una partita molto lunga, che va gestita con lucidità, pazienza e soprattutto guardando alle esigenze del territorio prima che al proprio destino personale.