Spostato di tre giorni (dal 10 al 13 gennaio) il rientro nelle scuole siciliane continua a destare apprensione. Sul tema interviene il sindaco di Trapani, Giacomo Tranchida, che afferma: “Si tratta di un primo passo rispetto alla vertenza che abbiamo avanzato, che però non rappresenta la soluzione ai tanti problemi che permangano, specialmente a proposito dell’impennata contagiosa del virus e del suo tracciamento tra i più giovani, ormai fuori controllo”.
Rivolgendosi alle famiglie trapanesi Tranchida dichiara: “Garantisco di essere estremamente vigile e di non aver nessuna intenzione di fare passi indietro nel provare a fronteggiare, seppur nei limiti dei poteri attribuitimi dalla legge, tanto la necessità di combattere per ripristinare immediatamente il pieno funzionamento delle Asp e dell’Usca quanto insistere nello screening gratuito prima del rientro in classe degli studenti oltre che per reperire le mascherine FFP2 per il sistema scolastico. Laddove ciò non dovesse avvenire nei 3 giorni che la Regione Siciliana si è presa per organizzare queste operazioni, di concerto con i colleghi anche in ambito regionale e gli Istituti Scolastici locali, valuterò ogni necessaria azione a tutela tanto degli studenti e delle loro famiglie quanto di tutto il personale scolastico. Di certo, sebbene i poteri di un Sindaco anche in materia sanitaria oggi si scontrino con i limiti imposti in specifica materia dal legislatore nazionale, il diritto alla salute della comunità trapanese e le cause effetti conseguenti anche sull’economia sociale, non possono essere cestinati dalle logiche di fredda burocrazia governativa. Non è un caso che di già a fine anno abbiamo sospeso eventi, limitato occasioni di assembramenti e financo già chiuso le scuole per il 7 e 8 gennaio in presenza dell’allarme rosso lanciato dal Dipartimento epidemiologico Asp. La salute deve trovare pari diritto costituzionale con quello dello studio, ma in sicurezza”.
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