Contrabbando di sigarette, motoscafo verso Marsala. Arrestato un 53enne

redazione

Contrabbando di sigarette, motoscafo verso Marsala. Arrestato un 53enne

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mercoledì 17 Novembre 2021 - 12:27

Si dirigeva a forte velocità verso la costa di Marsala, il motoscafo bloccato dai finanzieri del Gico di Palermo, con i colleghi del Reparto operativo aeronavale di Palermo e del Gruppo aeronavale di Cagliari.

Anche un arresto nel corso dell’operazione, quello di Bartolomeo Briguglia, 53 anni di Campobello di Mazara, che a bordo dell’imbarcazione aveva una tonnellata e mezzo di sigarette di contrabbando di marca “Pine Blue” e “Royals” provenienti dal Nord Africa.

Dice il generale Antonio Quintavalle, il comandante provinciale della Guardia di finanza: “L’operazione anticontrabbando è stata conseguita grazie all’azione di prevenzione e contrasto condotta dal nucleo Pef di Palermo in stretto coordinamento con il dispositivo aeronavale del Corpo cui sono demandati i compiti esclusivi di polizia del mare. Tale dispositivo operativo, integrato anche con le pattuglie che assicurano il controllo economico del territorio nei vari quartieri cittadini, consente di intercettare i traffici illeciti nella fase di trasporto via mare ovvero in quella di distribuzione nelle aree cittadine. Altrettanto intensa è l’azione di controllo lungo le rotabili che portano verso la nostra città che recenti operazioni delle Fiamme Gialle dimostrano essere interessate dal traffico di corrieri che trasportano sigarette di contrabbando o stupefacenti”.

L’ultimo corriere arrestato si è chiuso in un grande silenzio. Ora, si indaga per cercare di risalire alla rete dei complici.

“Il contrabbando di sigarette produce un danno erariale rilevante – spiega il colonnello Giancluca Angelini, il comandante del nucleo di polizia economico finanziaria di Palermo – si stima che ogni anno le perdite per le casse dello Stato italiano tra Iva e accise si aggirino tra i 700 e gli 800 milioni di euro e siano addirittura circa 10 miliardi a livello dell’Unione Europea. Altrettanto gravi – prosegue l’ufficiale – sono i rischi per la salute dei consumatori: le marche sequestrate rientrano, tra le cosiddette “cheap white”, cioè sigarette prodotte legalmente in alcuni Paesi dell’Europa dell’Est e del medio Oriente, non ammesse però per la vendita all’interno dell’Unione europea proprio perché non rispettano gli standard di sicurezza minimi richiesti dalla normativa comunitaria”.

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