Porto, Di Girolamo: “Si proceda con messa in sicurezza invece di dare colpe a chi c’era prima”

redazione

Porto, Di Girolamo: “Si proceda con messa in sicurezza invece di dare colpe a chi c’era prima”

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mercoledì 10 Novembre 2021 - 17:59

Anche Alberto Di Girolamo torna a parlare del Porto di Marsala. L’ex sindaco scrive una lunga lettera, che nasce dall’esigenza di replicare ad alcune dichiarazioni che lo hanno chiamato in causa, per spostare poi l’attenzione sui possibili scenari futuri per l’area portuale lilibetana che continua a versare in pessime condizioni nonostante il completamento dei lavori per il consolidamento della banchina curvilinea. “In queste settimane – scrive Di Girolamo – tanti stanno riparlando del porto, naturalmente ognuno a modo proprio. Per ultimo, anche l’ingegnere Ombra, dicendo che sarebbe disposto a fare il porto turistico, senza la messa in sicurezza dell’intero porto. L’onorevole Lo Curto sposa questa tesi. L’onorevole Adamo riparla del suo progetto. I consiglieri di minoranza fanno la loro parte. Il vicesindaco Paolo Ruggieri, dimenticando che loro stanno amministrando da oltre un anno, afferma che la mia amministrazione avrebbe fatto perdere alla città intorno a cinquanta milioni per non aver portato avanti un progetto precedente a quello privato della Myr”.

Proprio su quest’ultimo aspetto, Di Girolamo ribadisce un concetto già espresso in precedenza: “Quando ci siamo insediati nel giugno del 2015 l’unico progetto che abbiamo trovato e di cui si discuteva in consiglio comunale, presidente sempre Sturiano, era quello privato della Myr, che prevedeva di fare anche una serie di opere pubbliche, assolutamente necessarie per la messa in sicurezza del porto, oltre naturalmente alla parte turistica. Per fare anche queste opere, con un costo aggiuntivo di diversi milioni, il privato si era accordato con la precedente amministrazione per avere una durata della concessione per più anni, forse per altri dieci. […] Per quanto riguarda i cinquanta milioni per l’altro progetto di cui il vicesindaco parla, nessuno ha mai visto un decreto o un documento dove si attesta la presenza di questi soldi. Se ci fossero veramente stati, ci dovrebbe essere  traccia in qualche assessorato regionale o ministero. Perché chi ne parla non cerca tale documentazione, così da poter dimostrare pubblicamente il finanziamento? Sarebbe una buona cosa per tutti. Se non possono documentare niente, sarebbe opportuno non parlare più del passato e pensare al futuro del porto e della città”.

Una ricostruzione questa che va in contraddizione con quanto affermato dall’ex sindaco Adamo, che più volte ha invitato la politica marsalese a visionare gli atti relativi a quel progetto redatto dall’ingegnere Pietro Viviano sul sito del Ministero dell’Ambiente (competente per la procedura Via-Vas), ma anche rispetto alle ultime prese di posizione del centrosinistra marsalese, che da Nicola Fici fino a diversi dirigenti del Pd, ha chiesto un dibattito pubblico in Consiglio comunale per fare definitivamente chiarezza.

Tornando, invece, alla questione della Myr, Di Girolamo ricorda che dopo la convenzione firmata nell’aprile 2016 tra Massimo Ombra, Comune di Marsala e Regione (alla presenza del presidente Rosario Crocetta) l’amministrazione comunale si è impegnata a lavorare per favorirne la realizzazione e sollecitando continuamente il privato ad iniziare i lavori, pena revoca della concessione, puntualmente arrivata – com’è tristemente noto – nel 2019. “Dopo che la regione ha tolto la concessione alla Myr per sua inadempienza – prosegue Di Girolamo – noi come amministrazione ci siamo subito attivati e abbiamo presentato all’assessorato regionale alle infrastrutture un progetto di massima, ricevendo garanzia da parte dell’assessore Falcone, che già con quel livello di progettualità potevano essere concessi dei primi finanziamenti, che sarebbero potuti ammontare anche a venti/trenta milioni di euro. Cosa è successo dopo? Perché non è stato fatto più niente? Se la regione all’attuale amministrazione ha chiesto un progetto definitivo per concedere il finanziamento citato ed avrebbe oltretutto assegnato al comune addirittura settecento mila euro per redigere il progetto, perché questo non è stato fatto? Misteri di questa amministrazione. Amministrare è prendersi anche responsabilità ed è molto più complesso che fare chiacchiere, che spesso vengono fatte per coprire il vuoto di risultati. Egregio vicesindaco se dopo oltre un anno che amministrate questa città, tutto è fermo, continua ad esserci solo il nostro progetto di massima e non avete  utilizzato nemmeno i soldi prestati dalla regione per fare il progetto definitivo sulla messa in sicurezza del porto, che è indispensabile, rischiando così quasi sicuramente di perdere il finanziamento, è molto grave  e la responsabilità è tutta di chi sta amministrando, non certo di altri. Noi, se la regione ci avesse prestato i soldi per redigere il progetto definitivo, li avremmo accettati e fatto subito il progetto. Un nuovo soggetto privato, scelto con gara o con una manifestazione d’interesse e non a chiamata diretta, potrà fare un porto turistico solo se prima o quantomeno contemporaneamente, verrà messo in sicurezza tutto il porto. Messa in sicurezza che è assolutamente necessaria anche per la parte commerciale e da diporto, se vogliamo che Marsala continui ad avere un porto anche nel futuro prossimo. Per quanto riguarda l’imprenditore Ombra, voglio ricordare che non si può passare da un progetto di circa sessanta milioni ad uno di trenta come se niente fosse. Ogni tanto un po’ di umiltà ci vorrebbe e ammettere di aver sbagliato non sarebbe male, dato che la Myr non è riuscita a realizzare quanto aveva sottoscritto ufficialmente. Dal nostro insediamento (del passato non posso parlare perché non c’ero) tutti gli enti pubblici coinvolti non hanno perso tempo e abbiamo fatto di tutto perché il privato che aveva firmato la convenzione facesse il porto. Io mi auguro che l’amministrazione faccia la sua parte senza perdere ulteriore tempo. Marsala rischia di restare presto senza alcun porto, nè turistico nè tanto meno commerciale, visto le pessime condizioni strutturali in cui si trova l’attuale”.

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