La decisione è stata comunicata ieri mattina nel corso dell’udienza, svoltasi nell’Aula Bunker del Palazzo di giustizia, dal presidente del collegio dei giudici, il dottore Franco Messina.
Presso il tribunale di Trapani, ieri mattina, davanti al collegio dei giudici, presieduto dal dottore Franco Messina e a latere i dottori Massimo Corleo e Mauro Cantone, si è tenuta l’udienza del processo Artemisia, che vede tra gli imputati l’ex deputato regionale Giovanni Lo Sciuto. Insieme ad altri 18 soggetti dovrà rispondere di vari reati, tra cui corruzione, induzione indebita, concussione, traffico di influenze illecite, truffa in danno dello Stato, falso materiale, rivelazione ed utilizzazione di segreti di ufficio, associazione per delinquere e violazione della Legge Anselmi.
L’inchiesta condotta dalla Procura di Trapani e culminata nel 2019, ha disvelato l’esistenza di logge massoniche segrete nella Provincia occidentale della Sicilia. Inoltre, all’ex parlamentare regionale eletto nella lista dell’MPA è stato contestato di avere esercitato, nel 2015, insieme all’amministratore dell’ente di formazione ANFE, Paolo Genco, e all’allora sindaco di Castelvetrano, Felice Jr Errante, delle pressioni sulla dirigente Loana Giacalone dell’istituto scolastico Matterella-Dolci” di Castellammare del Golfo. Nello specifico, tramite l’ex sindaco di Castellammare Nicolò Coppola, i citati soggetti si sarebbero messi in contatto con la dirigente scolastica per convincerla a cedere delle aule all’ANFE. La dirigente Giacalone, dopo avere deciso di optare per la destinazione dei locali all’istituto Pitrè, e conformarsi quindi alla disposizione del consiglio di istituto, sarebbe stata raggiunta da una telefonata dal genero del legale rappresentante dell’Anfe, Diego Genua, il quale, con un tono minaccioso, le avrebbe evidenziato che tale scelta avrebbe comportato il mancato conseguimento di denaro da parte dell’ente. Lo stesso giorno, Paolo Genco, si sarebbe recato presso l’istituto Mattarella Dolci per rimarcare minacciosamente la mancanza di detti introiti se l’Anfe non avesse ottenuto le aule necessarie allo svolgimento dei corsi di formazione. Giovanni Lo Sciuto, a sostegno della causa dell’ente, avrebbe così organizzato una manifestazione di protesta contro l’allora amministrazione comunale. Ulteriori pressioni alla dirigente Giacalone sarebbero state esercitate da Genco, Lo Sciuto ed Errante, tramite dei parenti della stessa. Altre minacce, invece, sarebbero state rivolte nel 2016 all’Assessore regionale all’Istruzione e alla Formazione Bruno Marziano. “O revochi l’accreditamento a…o succede un inferno, capito? Altrimenti facciamo una commissione d’inchiesta!”, sarebbe il messaggio fatto pervenire all’indirizzo dell’assessore regionale. L’eventualità di istituire detta commissione era stata resa nota nel corso di un’intervista rilasciata dall’allora deputato regionale Lo Sciuto. Per gli inquirenti, i citati atti, avrebbero avuto l’obiettivo di costringere l’assessore Marziano ad accelerare l’approvazione di un avviso regionale in sostituzione di un altro, che avrebbe dovuto revocare dei fondi destinati agli enti di formazione. Il nuovo atto avrebbe quindi consentito non solo lo sblocco dei sopracitati fondi, ma anche l’accreditamento di nuovi enti, tra cui l’ANFE per l’appunto.
Nel corso dell’udienza, svoltasi nell’Aula Bunker, è stata confermata, dunque, dal presidente Messina, la competenza territoriale del tribunale di Trapani, questione preliminare sollevata in precedenza dalle difese. Successivamente, il sostituto procuratore, la dottoressa Sara Morri, che insieme alla dottoressa Francesca Urbani rappresenta l’accusa, ha depositato una memoria, già presentata al Gup, ed ha chiesto che i capi di imputazione per i quali si procede siano provati con l’escussione dei testi della lista e l’esame degli imputati. La prossima udienza verrà riservata proprio all’ascolto di due ufficiali dell’Arma dei carabinieri che si sono occupati dell’indagine. Inoltre, il pubblico ministero ha fatto istanza per la perizia di trascrizione di un elenco di intercettazioni, oltre a riservarsi per ulteriori prove documentali da presentare successivamente. Alla richiesta del PM si è accodato il legale dell’INPS, parte civile nel processo, e rappresentato in aula dall’avvocato Marilena D’Angelo, in sostituzione del titolare, Antonino Rizzo. Le difese hanno chiesto l’esame dei testi delle proprie liste e l’esame degli imputati. Non è stato invece dato il consenso per le trascrizioni realizzate dalla polizia giudiziaria dall’avvocato Celestino Cardinale. Il tribunale ha disposto, per la prossima udienza, anche la convocazione del perito trascrittore.