L’addio ad Alfonso Giordano, il giudice che rese possibile il maxi processo

redazione

L’addio ad Alfonso Giordano, il giudice che rese possibile il maxi processo

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martedì 13 Luglio 2021 - 12:23

È morto all’età di 92 anni Alfonso Giordano, magistrato che presiedette il primo maxi processo. A darne notizia è stato il figlio, Stefano Giordano.

Entrato in magistratura nel 1952, iniziò la carriera in Sardegna per poi tornare in Sicilia (prima a Sciacca, poi a Salemi e infine a Palermo). Nel 1970 cominciò anche a insegnare all’Università di Palermo (prima diritto industriale, poi privato).

Accettò la carica di presidente della prima corte di assise di Palermo per presiedere il primo maxiprocesso alla mafia, dopo il rifiuto di altri colleghi, che iniziò a Palermo il 10 febbraio 1986, e si concluse il 16 dicembre 1987 con 19 ergastoli, 2665 anni di reclusione e 11 miliardi di lire di pene pecuniarie inflitte ai vertici di “Cosa nostra”.

Il giorno in cui la corte si ritirò in camera di consiglio per emettere la sentenza, il capo della cupola di Cosa Nostra Michele Greco si avvicinò al microfono e pronunciò a Giordano un augurio ambiguo, auspicando la «pace» al Presidente e alla sua famiglia, nonché la «serenità dello spirito e della coscienza, […] base fondamentale per giudicare».

È stato quindi presidente della Corte d’appello di Lecce, e nel 1996 della Corte d’appello di Palermo, dove ha terminato la sua carriera di magistrato.

È stato insignito nel 2001, da parte del Capo dello Stato, della onorificenza di Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana

Dal maggio al novembre 2001 è stato commissario straordinario del Comune di Trapani, nominato dal Presidente della Regione Siciliana Cuffaro dopo l’arresto del sindaco Nino Laudicina.

Numerosi i messaggi di cordoglio del mondo politico.

Leoluca Orlando: “Il nome del presidente Giordano resta indimenticabile e scritto nella storia di liberazione del nostro paese e della nostra città dalla criminale ipoteca della mafia e dal suo sistema di potere affaristico e politico”.

Nello Musumeci: “Accettò con coraggio e spirito di abnegazione un incarico che altri avevano declinato. Alfonso Giordano sarà ricordato per sempre come il presidente del primo maxiprocesso alla mafia, spartiacque nella lotta dello Stato a Cosa Nostra. La Sicilia perde un magistrato di altissimo valore”.

Giorgio Mulè: “Mi inchino commosso nel ricordo del giudice Alfonso Giordano, magistrato siciliano integerrimo. Di lui il Paese ricorderà che fu Presidente della Corte d’Assise che celebrò negli anni Ottanta il maxiprocesso a Cosa Nostra. Lo fece da giudice terzo e giusto. Negli anni mi ha onorato della sua stima e amicizia: mi accompagneranno sempre le sue acute riflessioni, la lucida analisi del tempo che ha vissuto. La magistratura e l’Italia perdono un uomo che seppe essere straordinario in tempi non ordinari. Ai familiari rivolgo le più sentite condoglianze”.

Vittoria Casa: “Se oggi la coscienza civile ha fatto un salto di qualità in Sicilia e più in generale in Italia, questo risultato è interamente merito di uomini come Alfonso Giordano. Accettare di dirigere la corte d’assise durante il maxiprocesso fu un atto di coraggio e una testimonianza di servizio che ne ha fatto un simbolo della lotta alla mafia. Alfonso Giordano scelse di rappresentare lo stato contro Cosa Nostra nel momento più duro dello scontro. Lo fece subito dopo una stagione nella quale altri grandi uomini come il Generale Dalla Chiesa vennero lasciati soli. Senza uomini del suo valore, oggi la storia dell’antimafia sarebbe molto diversa”.

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