L’Ars approva la finanziaria, ma la maggioranza traballa. Pd, Cento Passi e M5S incalzano Musumeci

redazione

L’Ars approva la finanziaria, ma la maggioranza traballa. Pd, Cento Passi e M5S incalzano Musumeci

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giovedì 01 Aprile 2021 - 19:20

L’Assemblea regionale siciliana ha approvato la finanziaria. Il disco verde di Sala d’Ercole alla legge di stabilità è arrivato con 35 voti favorevoli e 24 contrari dopo un lungo e tormentato iter, segnato anche da un discusso intervento del presidente Nello Musumeci, che ha fatto riferimento alla presenza di ascari in maggioranza dopo lo stralcio di alcune norme inizialmente previste nella legge di stabilità. Una tra queste, riguardava la realizzazione del museo del Liberty a Palermo e l’avvio del percorso turistico dell’Art Nouveau, su proposta della deputata Marianna Caronia, che con amarezza ha affermato: “Ad uscire sconfitta in questa vicenda sono la politica, la cultura, la città di Palermo. La decisione del presidente Miccichè di non mettere in votazione l’articolo non è, come lui ha detto, la certificazione della inesistenza della maggioranza, quanto piuttosto della incapacità che il Parlamento si ritrovi, al di là della contrapposizione fra maggioranza e opposizione, su temi ed interventi che non dovrebbero avere colore politico”.

Dopo la finanziaria, l’Ars approva anche il bilancio della Regione. Al documento è allegato anche il piano di rientro dal disavanzo di 1,7 miliardi di euro previsto dall’intesa raggiunta tra Stato e Regione. L’Aula ha votato i documenti con 32 voti favorevoli e 23 contrari.

Nonostante le difficoltà e le polemiche i capigruppo di maggioranza Tommaso Calderone, Eleonora Lo Curto, Totò Lentini, Antonio Catalfamo, Elvira Amata e Alessandro Aricò hanno sottoscritto una nota congiunta: “Abbiamo fatto un lavoro imponente consegnando alla Sicilia una legge di stabilità che affronta tante emergenze e risolve problematiche quali la stabilizzazione dei precari Asu. L’iter è stato farraginoso a tratti perché il ddl originario del governo conteneva solo 60 articoli che, nell’esame delle commissioni e dell’aula, sono lievitati a 135. Era evidente che su alcuni di questi si potessero registrare divergenze tra le forze parlamentari al punto di stralciarli o bocciarli. Nel complesso la legge di stabilità dà risposte significative a tante categorie che le attendevano, mette in sicurezza i bilanci degli Enti locali, dà copertura alle norme a favore dei disabili e chiude la fase della riscossione autonoma in Sicilia facendo transitare le funzioni all’Agenzia delle Entrate con la salvaguardia dei posti di lavoro per il personale della partecipata regionale. Si conclude un lavoro, anche faticoso, assolto in presenza con tutti i rischi dell’attuale pandemia. Ai siciliani, a chi produce ed a chi investe, abbiamo assicurato l’attenzione del parlamento anche con misure di ristoro che contiamo di implementare nel più breve tempo possibile. Ancora una volta la maggioranza che sostiene il governo Musumeci dimostra senso di responsabilità e civismo nell’interesse di tutti i corregionali”.

Ben diverso il tenore dei commenti del capogruppo dem Giuseppe Lupo, che ha parlato di “Waterloo di Musumeci” e del presidente della Commissione regionale antimafia, Claudio Fava, che ha affermato: “La maggioranza non esiste più. All’incredibile somma di strafalcioni e menzogne sull’emergenza Covid si aggiunge adesso un dato politico incontestabile: la finanziaria è stata affondata dal voto contrario di molti parlamentari del centrodestra. Ragioni morali e sostanziali dovrebbero indurre il presidente Musumeci a prenderne atto e trarne le conseguenze chiudendo la sua esperienza di governo adesso. Nell’interesse di tutti”.

Chiede le dimissioni del presidente anche il Movimento 5 Stelle. Afferma il capogruppo del M5S all’Ars, Giovanni Di Caro: “La disastrosa Finanziaria di oggi, falcidiata da voti contrari di parte della maggioranza, arrivata alla fine per il rotto della cuffia e nemmeno completa, è la plastica rappresentazione della fine del governo Musumeci, la pietra tombale su un esecutivo disastroso che non è riuscito a portar in porto nemmeno una riforma degna di questo nome. Se a ciò si aggiunge la pessima gestione dell’emergenza sanitaria, caratterizzata, per usare le parole degli inquirenti, da ‘atteggiamenti criminali’, non possiamo che chiedere a Musumeci di dimettersi. Sarebbe, forse, la prima cosa degna di nota del suo mandato”.

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